Intercettazioni, chi dice sì o no all’emendamento dello scandalo

25 Lug 2015 18:21 - di Lisa Turri

Discussione sempre vivace sull’emendamento al ddl intercettazioni che prevede “il carcere fino a 4 anni per chi diffonda, al fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate”. L’emendamento, firmato dal deputato di Area popolare (Ncd-Udc) Alessandro Pagano e approvato dalla maggioranza, è stato ribattezzato anti-Iene ma il suo ispiratore lo difende e lo chiama emendamento “tutela privacy”, pur dicendosi disponibile a correttivi e a migliorare le “sfumature”.

Formigli contro la norma, l’Udc fa quadrato

Contro la norma scende in campo Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita: “La politica sogna giornalisti che fanno il compitino e vanno a casa presto la sera, mentre il nostro mestiere è anche farci gli affari degli altri. Non sempre le registrazioni che pubblichiamo rivelano reati, ma fatti di opportunità politica, conflitti di interessi, relazioni discutibili che i cittadini hanno il diritto di conoscere”. A difendere l’emendamento Pagano ci pensa invece Maurizio Lupi: “In questo paese c’è sempre un allarme democrazia, censura, bavaglio… anche di fronte alle cose più ovvie e di buon senso. L’emendamento di Area popolare sulle intercettazioni illegali è una norma di pura civiltà giuridica che dice semplicemente che un privato cittadino non può registrare colloqui la cui riservatezza è sancita è protetta dalla Costituzione”. Per i senatori di Ncd Marinello e Compagna, infine, non si tratta di colpire il giornalismo d’inchiesta ma chi ruba “per puro gossip” conversazioni private”senza alcuna rilevanza penale”.

Intercettazioni, sul dibattito pesa la vicenda Crocetta

Ai grillini indignati per quella che definiscono una “porcata” ha replicato l’Occidentale (testata vicina all’Ncd) ricordando che il M5S la pensava diversamente quando furono violate le caselle di posta elettronica dei parlamentari diffondendone il contenuto. Su tutto il dibattito pesa in ogni caso la vicenda Crocetta: con una crisi politica determinata da un’intercettazione che due Procure hanno detto essere inesistente. È innegabile quindi che le regole vadano definite con chiarezza al contrario di quanto sostiene l’Idv: per loro la legge sulle intercettazioni è, come sempre, intoccabile.

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