Debito pubblico, tutti d’accordo: Bankitalia stana “il bullo di Firenze”

14 Lug 2015 13:57 - di Redazione
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Un attacco di afasia ha colpito governo e maggioranza dopo la diffusione dei dati di Bankitalia sul debito pubblico. Non è un caso: l’impennata del debito, che ha toccato la cifra record di 2.218,2 miliardi, con un incremento di 24,3 miliardi nel solo mese di maggio, è un duro colpo alla propaganda di Renzi & co.

«È ora che Renzi se ne vada»

«Renzi si è sempre venduto la pelle dell’orso prima di averlo ucciso: tutte le riforme fatte non hanno prodotto la crescita necessaria a tenere sotto controllo il debito pubblico né si intravedono iniziative per congelare almeno gli interessi passivi, una botta da oltre 70 miliardi l’anno che vanifica senza appello i tanti sacrifici degli italiani. Un altro fallimento targato Pd», ha commentato il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, aggiungendo che le cose vanno «sempre peggio». «Pier Carlo Padoan, ma non doveva “stabilizzarsi e diminuire”? Bugie», ha scritto su Twitter il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, mentre la capogruppo azzurra in Commissione politiche della Ue a Montecitorio, Elvira Savino, ha adombrato all’orizzonte il peggiore degli scenari. «Renzi ci farà fare la fine della Grecia», ha detto. Ma per Maurizio Gasparri «Renzi è peggio di Tsipras: a differenza dei greci gli italiani hanno pagato tasse da capogiro, l’Iva ai massimi, subito l’aumento dell’età pensionabile e incostituzionali blocchi di adeguamento». Di governo «solo chiacchiere e distintivo e molta, molta arroganza» ha parlato poi il senatore dei Conservatori e riformisti di Fitto, Tito Di Maggio, mentre per il capogruppo della Lega Massimiliano Fedriga «con Renzi non c’è mai limite al peggio» e «prima se ne va meglio è per tutti».

I consumatori: «Ecco il risultato dell’austerità»

Ma sul debito pubblico sono intervenute anche le associazioni dei consumatori, sottolineando in particolare come questo sia l’effetto delle fallimentari politiche di austerità, che ipotecano anche il futuro delle giovani generazioni. I costi di queste scelte sbagliate, per i consumatori, si ripercuotono tutti «a carico degli italiani» con un aumento del debito pubblico di «302 miliardi di euro dal novembre 2011» e «5.067 euro di tassa occulta» che grava su ogni cittadino. Un “regalo” non solo di Renzi, ma – hanno sottolineato i presidenti di Adusbef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti – di tutti e tre gli ultimi governi, da Monti a Renzi, passando per Letta.

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