Da Berlusconi a Grillo, tutti uniti contro il “mostro” Merkel

2 Lug 2015 9:54 - di Bianca Conte

No alla Merkel. All‘austerità imposta dall’Europa germanocentrica. Alla rigidità ostentata nelle estenuanti trattive tra Bruxelles e Atene. Il coro è unanime e, all’interno dei nostri variegati confini politici, forma un asse bipartisan che, da destra a sinistra, passando per grillini e leghisti, unisce le posizioni più disparate e distanti. Dunque, tutti uniti contro l’austerità e – pur senza dirlo – contro Matteo Renzi. Per una volta Silvio Berlusconi, Beppe Grillo, Matteo Salvini, Nichi Vendola e Stefano Fassina sono insieme e vanno nella stessa direzione: contro la “burocrazia europea”, l’intransigenza della cancelliera tedesca Angela Merkel e le risposte – giudicate inadeguate – del governo italiano.

Merkel e austerity: il no di Berlusconi

È il cosiddetto asse anti-rigore , insomma, al quale si unisce anche una parte della minoranza Dem, quello alla cui nascita e affermazione stiamo assistendo. Il punto di snodo e, al tempo stesso, il comune denominatore delle diverse posizioni allineate sullo stesso fronte anti austerithy, è il referendum che si terrà domenica in Grecia sul piano dei creditori per il rientro del debito ellenico: l’asso calato da premier greco sul tavolo della trattativa e che ha riaperto il dibattito sulle politiche economiche dell’esecutivo, sui rigidi vincoli di bilancio imposti da Bruxelles e sull’euro. Ed è su questo punto, allora, che esponenti politici fin qui all’opposto su molte dirimenti questioni, si stanno in questi giorni allineati dalla stessa parte della barricata. Così, per esempio, Silvio Berlusconi in una lunga intervista anticipata dal Giornale, punta il dito contro «questa Europa che sta facendo fallire il sogno europeo» e – sostiene – ha portato alle affermazioni di Tsipras in Grecia, di Podemos in Spagna, Grillo in Italia e Marine Le Pen in Francia». «Credo – spiega il Cavaliere – che si debba porre con forza il problema di ridiscutere a fondo, radicalmente, le regole di convivenza in Europa. Non per smantellare l’Europa, ma per consentirle di andare avanti».

 

Sinistra e M5S sulle politiche della cancelliera

Ovviamente, il giudizio sul premier greco Alexis Tsipras è diametralmente opposto, ma anche la sinistra e il M5S indicano nella rigidità tedesca e dell’Ue la causa del crisi ellenica. Sel e i cinquestelle investono molto sul referendum greco. Domenica e lunedì Grillo sarà in piazza Syntagma ad attendere il risultato della consultazione popolare, confidando nella vittoria del “no” al piano di rientro proposto dai creditori e respinto dal governo ateniese. «Tutti ad Atene», infatti, è la parola d’ordine tra i pentastellati. Il leader cinquestelle sarà accompagnato da una pattuglia di una quarantina di parlamentari di Camera e Senato e da una delegazione di europarlamentari. Ad attendere il risultato del referendum in piazza ci sarà anche Nichi Vendola che guida il gruppo di Sel di cui fanno parte anche Nicola Fratoianni e il capogruppo Arturo Scotto. A loro potrebbero unirsi anche Stefano Fassina, che la settimana scorsa ha lasciato il Pd, e Alfredo D’Attore. Quest’ultimo, ancora iscritto al partito, è stato protagonista di un duro intervento all’assemblea Pd: «A me fa impressione – ha detto – che posizioni così conformi alla linea di Merkel e Schauble ormai in Italia ci siano solo nel Pd». Una linea, però, non condivisa da Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema che appoggiano diplomaticamente Renzi. Nella capitale ellenica non sarà presente, invece, Matteo Salvini: «Faccio gli auguri al popolo greco affinché con passione e orgoglio rivendichi la sua libertà e dia lezioni di democrazia in tutta Europa. Se fossi greco, voterei no», spiega sottolineando però che passerà la domenica con la famiglia a Milano. Il leader della Lega attacca Renzi: «Non ci capisce un accidente in economia e politica estera».

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