Sabato in piazza contro l’ideologia gender: Fratelli d’Italia ci sarà

18 Giu 2015 15:26 - di Laura Ferrari

I promotori del Comitato «Difendiamo i nostri figli», nato per dire «stop all’ideologia gender nelle scuole» rinnovano la chiamata alla mobilitazione nazionale di sabato 20 giugno a Piazza San Giovanni a Roma. L’appello è rivolto a tutte le famiglie e le persone, cattolici e laici, credenti e non credenti, che vogliono pubblicamente ribadire il diritto dei genitori di educare e istruire i figli, specialmente con riguardo alle tematiche della affettività e della sessualità, e che vogliono dire “no” a progetti di legge come il ddl Cirinnà che arrivano a legittimare anche la pratica dell’utero in affitto e che, di fatto, consentono l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso.

No gender: lo chiedono anche ebrei, musulmani e sikh

La manifestazione, che avrà inizio alle 15 nella storica piazza romana a pochi passi dalla basilica sede del Vicariato, sarà animata dalla testimonianza di molte famiglie che hanno vissuto sulla loro pelle i tentativi di indottrinamento gender nelle loro scuole. Interverranno, tra gli altri, Costanza Miriano e Mario Adinolfi, oltre a Gianfranco Amato e a Simone Pillon. Interverrà anche Kiko Arguello iniziatore del Cammino Neocatecumenale. Chiuderà l’incontro il portavoce del comitato Massimo Gandolfini. Il programma prevede anche brevi saluti da parte di numerosi rappresentati dei diversi gruppi etnici presenti in Italia e di varie organizzazioni laiche, confessionali, cristiane e di altre fedi, dal mondo islamico ed ebraico, fino alla comunità indiana dei Sikh.

No gender: l’adesione di Rampelli

All’evento hanno dato la loro adesione anche gli esponenti di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale. «Aderiamo alla manifestazione del 20 giugno – ha dichiarato il capogruppo Fabio Rampelli – a piazza San Giovanni, insieme al Comitato Parlamentari per la Famiglia. Ci saremo senza bandiere e insegne con una nostra nutrita delegazione per ribadire che la famiglia naturale è una soltanto: una madre, un padre e che nessuno ha il diritto di fare lavaggi del cervello ai bambini introducendo l’ideologia gender nelle scuole per cancellare le differenze biologiche, con l’inaccettabile pretesto della lotta all’omofobia. Quando saranno adulti e consapevoli potranno liberamente decidere il proprio orientamento sessuale, ma nell’età scolare sono e restano maschietti e femminucce».

 

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