Renzi in pressing: “Marino non può continuare a fare il Sindaco di Roma”

23 Giu 2015 7:41 - di Redazione

«Quello che deve dimostrare e che finora non ha dimostrato è di saper governare una città. Io lo aspetto a questa prova. Lui mi ha sfidato alla festa dell’Unità, vedremo chi la vince». È un avviso che chiunque, tranne che nel caso di Marino, indurrebbe un sindaco non amato dal partito e dai romani (stando almeno ai sondaggi che arrivano e preoccupano il Pd ) a lasciar perdere. “Così non è finora”, scrive Maria teresa Meli su “Il Corriere della Sera”.

Cacciare Marino è una delle tante partite che il premier non vuole perdere

Con il commissario del Pd di Roma, dopo uno scontro pur aspro, si sono lasciati con una promessa che per l’inquilino di Palazzo Chigi è come un parola data. Cioè incancellabile: «Cerca di farlo andare via tu con le buone». Roma, l’Italia, il Pd in genere, non si può permettere di cadere in mezzo al guado, spiega un renziano di stretta osservanza, con un Marino che si fa applaudire da «truppe cammellate» e un «elettorato libero» che si sparpaglia e vota, per disperazione, «un grillino come Di Battista» o una coalizione di centrodestra che si cela «dietro una lista civica con Marchini».

Renzi, Mafia capitale «è una situazione a cui dobbiamo porre rimedio».

Marino però resiste. Ma di fronte a sé ha una ruspa. Di quelle vere. Non di quelle evocate nei comizi di Matteo Salvini. Renzi è determinato, sicuro e, soprattutto, ha sempre in mente lo stesso obiettivo: «Io ho scommesso tutta la mia esperienza politica sul tema del coraggio, è ovvio che trovo questo momento molto difficile, ma è altrettanto ovvio che lo trovi molto esaltante». Ora a farne le spese sarà Marino. E non solo perché i report che arrivano al Nazareno sono tutti negativi. Ma anche perché il sindaco ha cercato di sganciarsi da quel Pd che gli ha consentito di arrivare in Campidoglio.

Marino non sarà il prossimo candidato del centrosinistra al Campidoglio

All’attuale sindaco il premier lascia solo due strade: o si commissaria il Comune, non per mafia, ma per corruzione o si dimette. Ed è chiaro che è la seconda soluzione quella che viene indicata a Marino come la via di scampo. Per consentire al premier di accorpare l’elezione di Roma con le altre che si terranno la primavera prossima a Milano, Torino, Bologna e Napoli. E il candidato, è ovvio, non sarà Marino.

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