Province abolite, ma i burocrati provinciali guadagneranno di più

18 Giu 2015 6:53 - di Redazione

I numeri parlano chiaro: l’abolizione delle Province, sbandierata come un capolavoro politico di riduzione della spesa pubblica, si sta rivelando l’esatto contrario. Italia Oggi racconta come “Al posto delle quattro province in via di abolizione (per la cancellazione definitiva bisogna cambiare la Costituzione, ma questa riforma è ferma al Senato), in Friuli si stanno creando ben 17 mini-province, poiché altro non sono le Unioni di Comuni che dovranno svolgere una parte delle funzioni svolte in passato dalle province. Ciascuna Unione di Comuni avrà un proprio direttore generale: dunque, 17 direttori generali nuovi di zecca, con quel che segue in termini di nuovi costi e di clientelismo politico. Ma questo è solo l’inizio”.

In Friuli sono state create 17 nuove mini-Province

Dal primo luglio, gli uffici del Sevizio Lavoro delle ex Province, con i loro 300 addetti, passeranno in carico alla Regione Friuli. I dipendenti provinciali diventeranno così regionali, con immediato vantaggi retributivi, primo fra tutti la quattordicesima mensilità, che gli impiegati provinciali non avevano. Costo stimato: un milione di euro di spesa in più. Ma non è tutto. Dei 1.259 dipendenti provinciali, si prevede che 681 passeranno in carico alla Regione, mentre gli altri saranno redistribuiti tra i Comuni. Il vantaggio di passare in Regione è notevole: significa avere un aumento di stipendio assicurato. La Cgia di Mestre ha calcolato che il costo medio di un dipendente della Regione Friuli è di 65.164 euro l’anno, contro i 45.892 euro di un provinciale. Ergo, dice la Cgia di Mestre, il costo del lavoro degli attuali dipendenti provinciali salirà del 15%, con tanti saluti all’efficientamento e ai risparmi di spesa.

Costo del lavoro degli attuali dipendenti delle province salirà del 15%

Se Serracchiani &C. hanno creato 17 mini-province al posto di quattro, cosa faranno in Sicilia? La Corte dei conti, prima che la riforma Delrio arrivasse in porto, aveva sollevato non pochi dubbi, mettendo nero su bianco critiche come questa: «I risparmi effettivamente quantificabili sono di entità contenuta, mentre è difficile ritenere che una riorganizzazione di così complessa portata sia improduttiva di costi». Il costo totale delle Province, fino a un anno fa, era di 10 miliardi l’anno (1,27% della spesa pubblica). Il premier Renzi assicurò che la loro abolizione avrebbe consentito di risparmiare un miliardo, grazie al taglio di tremila consiglieri provinciali e delle loro indennità. Ma l’Upi (Unione delle province) lo corresse, precisando che al massimo si sarebbero risparmiati 500 milioni. Risparmi destinati a trasformarsi ora in maggiori spese, come è accaduto in passato ad altre riforme della sinistra, sbandierate come modello di efficienza, mentre erano solo un trucco per fare nuove nomine, nuove spese, e avere così più potere. Un andazzo a cui anche il Pd renziano non si è sottratto. Anzi.

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