Nozze gay all’estero, scontro in aula: Sel va all’attacco di Alfano

8 Giu 2015 19:22 - di Redazione

Sono tre le mozioni sulle iniziative in materia di trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso su cui l’Aula della Camera sarà chiamata ad esprimersi nelle prossime sedute. A quella di Sel, volta ad impegnare il governo ad obbligare “il ministro dell’Interno a ritirare la circolare inviata ad ottobre dello scorso a tutti i prefetti affinchè invitino i sindaci a cancellare la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso”, si sono aggiunti oggi i documenti di Ap ed Alternativa Libera. Manca invece all’appello un documento del Pd, su cui il gruppo parlamentare starebbe lavorando. Contraria alla trascrizione la mozione di Ap, illustrata da Paola Binetti in Aula; favorevoli invece quella di Sel e quella di Al. Il governo si è riservato di intervenire quando dovrà rendere il parere sulle mozioni.

Nozze gay, Sel incalza Alfano

“Il governo obblighi il ministro dell’Interno a ritirare la circolare inviata ad ottobre dello scorso a tutti i prefetti affinché invitino i sindaci a cancellare la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso”è scritto nella mozione. «Una circolare – afferma Sel – voluta dalla “sentinella della morale” Alfano che rappresenta una violazione della Costituzione, della legge e dell’ordinamento dello Stato Civile. Quel testo medievale – afferma il capogruppo dei deputati Arturo Scotto – deve essere cancellato. Alfano se ne faccia una ragione: l’Italia è più avanti di lui. Ci auguriamo che anche il Parlamento italiano lo sia. Ed è anche per questo che ci rivolgiamo al Pd: non si può – conclude Scotto – esultare per l’esito del referendum irlandese e poi fare finta di niente su questa scelta sbagliata del governo Renzi, pur di salvaguardare l’alleanza con la destra».

La posizione integralista della Binetti

«Quando lo scorso ottobre il ministro dell’Interno ha emanato la circolare sul tema della trascrizione nei registri dello stato civile dei matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso, ha certamente tenuto conto del fatto che in Italia non esiste il matrimonio tra persone dello stesso sesso. E nonostante la legge Cirinnà faccia una sorta di copia-incolla tra il suo ddl e la disciplina sui matrimoni, lei stessa si affanna a spiegare come si tratti di un istituto diverso, nuovo. Sarebbe quindi del tutto pretestuoso riconoscere in Italia qualcosa che nel nostro Paese non esiste e che, sembra almeno, neppure nella mente dei più ottimisti, rispetto alla Cirinnà, esisterà in un prossimo futuro», ha detto nell’aula della Camera Paola Binetti di Area popolare, durante la discussione generale sulla mozione in materia di trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso. «Appare del tutto coerente quindi – prosegue Binetti – la richiesta del ministro dell’Interno rivolta ai prefetti perché a loro volta rivolgano ai sindaci formale invito al ritiro di tali disposizioni ed alla loro cancellazione. Il codice civile italiano (articolo 107), almeno per ora e speriamo che così rimanga anche in futuro, prevede che la diversità di sesso rappresenti un requisito necessario perché il matrimonio produca effetti giuridici nell’ordinamento interno. I diritti soggettivi di ciascun individuo, indipendentemente dal proprio status familiare, devono avere un pacifico riconoscimento. La libertà di vita affettiva è per tutti e la protezione di ogni persona in tali relazioni è doverosa, ma questo non significa attribuire o estendere un presunto ‘diritto al matrimonio per tutti».

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