Parla uno dei compagni di Domenico: in quell’hotel ubriachi e prostitute

12 Giu 2015 18:32 - di Redazione

“In quell’albergo a Milano girava chissà che gente, durante quella notte abbiamo visto anche persone ubriache, assieme a prostitute”. E’ la testimonianza, raccolta dalla trasmissione ‘Mattino Cinque’, di uno dei compagni di stanza di Domenico Maurantonio, il liceale 19enne padovano morto dopo esser caduto da una finestra dell’hotel di Milano in cui alloggiava con la propria classe, il 10 maggio scorso. Il ragazzo ha detto di “non escludere” che ci possa essere stata nei corridoi dell’hotel “una persona che abbia reagito male o che possa aver fatto qualcosa a Domenico”. “Noi eravamo giù nella hall a mangiare la pizza – ha raccontato il giovane – e abbiamo visto passare della gente abbastanza ubriaca, in compagnia di ragazze vestite in una maniera che abbiamo intuito fossero delle prostitute”. Sul modo in cui si sono accorti dell’assenza dell’amico dalla camera, lo studente ha confermato le versioni che già in altre occasioni sono state fornite dai compagni di Domenico, agli investigatori e ai media. “Verso le 7.30 ci siamo svegliati – ha detto – e ci siamo subito accorti che c’erano le scarpe, il portafoglio, gli occhiali e il cellulare di Domenico in stanza. All’inizio abbiamo pensato fosse in bagno. Siamo entrati ma non c’era”.

Il compagno di classe: ecco com’è andata quella mattina

«A quel punto – ha continuato il ragazzo – siamo andati giù a chiedere a tutti quanti se avevano visto Domenico perché all’inizio pensavamo fosse andato da qualche parte, in qualche altra stanza perché magari non aveva voglia di dormire. L’unica cosa che ci sembrava strana è che avesse lasciato le scarpe non avendo nemmeno le pantofole… Abbiamo visto le feci al centro del pianerottolo dell’ascensore e abbiamo pensato fosse stato un cane, qualche padrone maleducato. Siamo scesi nella sala colazione dove c’erano molti compagni di classe ma non tutti e abbiamo iniziato a chiedere se avevano visto Domenico anche ai ragazzi dell’altra sezione. Nessuno l’aveva visto e abbiamo iniziato a preoccuparci. A quel punto io e un altro compagno siamo andati a dirlo ai professori e, mentre lo stavamo dicendo, è arrivata la polizia che ha preso il nostro professore e ha detto: “Ha visto per caso questo ragazzo?”, mostrando una foto, io ero dietro e ho riconosciuto Domenico».

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