Milano, al “parco del machete” troppe risse: via la banda dei sudamericani
Lo hanno chiamato il “parco del machete“. I residenti del quartiere milanese Villapizzone affermano che l’aggressione a colpi di machete di una banda di giovani sudamericani contro due controllori del treno era quasi scontata. E infatti è avvenuta nella stazione ferroviaria del loro quartiere. Come si legge in un reportage del Corriere della Sera i cittadini del parco intitolato allo scrittore Giovanni Testori – diventato un luogo di degrado e occupazioni – si sono riuniti in comitato e hanno cominciato a denunciare. Protestano contro l'”occupazione” del parco da parte di gruppi di sudamericani e della conseguente mancanza di sicurezza. Il problema è vecchio e conosciuto da tempo dalle istituzioni.
Il “parco del machete” e i controlli insufficienti
Scriveva nell’ottobre 2011 l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, proprio in replica agli abitanti, che a Milano «è diffuso il problema della sicurezza nei parchi e del loro uso e abuso soprattutto di alcuni numerosi gruppi appartenenti in genere a comunità latinoamericane». Prima era stato il comandante della polizia locale Tullio Mastrangelo a scrivere al quartiere: «Abbiamo predisposto un servizio di controllo che prevede l’impiego di due pattuglie automontate di primo orario e tre di secondo. I servizi hanno limitato i fenomeni di degrado; è verosimile ritenere che il presidio giornaliero di personale in divisa abbia scoraggiato i frequentatori dell’area verde a porre in essere comportamenti illeciti». Ma poi col tempo la situazione è degenerata ulteriormente e i residenti ora vogliono più attenzioni e soprattutto più sicurezza. Si sentono cittadini di “serie B”: la maggior parte dei sudamericani tiene la musica ad alto volume fino all’alba, accende fuochi devastano gli alberi e l’area giochi per i bimbi. E soprattutto ci sono troppe risse.