In Tirolo duemila agenti proteggono il meeting a porte chiuse del Bilderberg

12 Giu 2015 19:29 - di Redazione

Dopo il G7 la settimana scorsa sulle Alpi bavaresi, un altro summit mondiale questa volta sulle Alpi tirolesi: al via a Telfs-Buchen la 63/ma conferenza Bilderberg, una specie di ‘Mini-Davos’ con circa 140 big della politica e economia di 22 paesi. Fra i presenti, tre primi ministri (Olanda, Finlanda, Belgio), due ministri delle finanze, l’olandese (presidente dell’Eurogruppo), Jeroen Dijsselbloem, e il cancelliere dello scacchiere George Osborne, il presidente austriaco Heinz Fischer e la regina Beatrice d’Olanda. Per l’Italia anche John Elkann, Franco Bernabe’ e Mario Monti. La riunione si svolge nella massima segretezza in una cornice privata: a differenza del G7 non saranno emessi comunicati o risoluzioni finali e le relazioni non saranno divulgate (il dossier finale di 150 pagine con tutti gli interventi resterà confidenziale e i relatori rimarranno anonimi).

Club Bilderberg, a fianco di Kissinger anche tre dirigenti di Google

Il nome viene dal luogo della prima conferenza nel 1954, ‘Hotel de Bilderberg’ a Oesterbeek in Olanda. Questa volta e’ l’Interalpen Hotel Tyrol, albergo altrettanto lussuoso ed esclusivo. La segretezza ha contribuito al ‘mito Bilderberg’, ma secondo i critici la leggenda deriva semplicemente dalla mancanza di trasparenza. I temi in agenda spaziano dal terrorismo all’Ucraina, da Iran e Medio Oriente alla ‘patata bollente’ Grecia, alla sicurezza digitale. Nella lista dei partecipanti spiccano i nomi del gotha degli affari internazionali e del business globale: l’ex segretario di stato Usa Henry Kissinger, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, la ministra della difesa tedesca Ursula von der Leyen, i presidenti di Airbus (Thomas Enders), Deutsche Bank (Paul Achleitner), Karstadt (Renè Benko), Axlel Springer (Matthias Doepfner). E ancora il presidente della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, Wolfgang Ischinger, tre dirigenti di Google e il fondatore di Pay-Pal, Peter Thiel, l’ex presidente della Commissione Ue Jose’ Barroso, l’ex premier francese Alain Juppe, l’ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer.

C’è anche lo stratega della campagna di Obama

Dagli Usa anche due pesi massimi: il generale John Allen, capo della lotta internazionale all’Isis, e Jim Messina, lo stratega della campagna elettorale di Barack Obama nel 2012, segnale che e’ stato interpretato come un appoggio di Bilderberg alla candidatura di Hillary Clinton alla presidenza Usa. Come ogni vertice che si comandi, anche qui sono previste proteste in margine: fino a 2.100 gli agenti pronti in caso di necessita’ nella cittadina di 15.000 anime di Telfs. Il mistero che circonda Bilderberg alimenta i rumors: secondo il sito anarcoide inforwars.com i partecipanti “vogliono creare disordine in modo che l’élite possa sfruttare il caos e presentarsi come salvatore e introdurre un totalitarismo statale ed economico”.

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