“Fuori le belve, i profughi a casa di Fassino”: fiaccolata a Torino di FdI

13 Giu 2015 9:56 - di Antonella Ambrosioni

Non si placa ancora la rabbia dei torinesi dopo lo stupro della ragazza disabile ad opera di tre africani, di cui uno già espulso e tutti residenti in una palazzina occupata abusivamente. Fratelli d’Italia ha da subito annunciato una fiaccolata di protesta per stare accanto ai cittadini attoniti e avviliti dalle politiche del governo e dell’amministrazione Fassino in tema di immigrazione. «Fuori le belve dal Moi. Lingotto è Italia»: questo lo striscione che ha aperto la fiaccolata di Fratelli d’Italia,  in solidarietà con la ventenne violentata nelle scorse ore. Qualche centinaio di persone, cittadini comuni e non solo militanti e simpatizzanti di FdI chiedono lo sgombero delle palazzine occupate del villaggio olimpico di Torino 2006, dove sarebbe avvenuta la violenza da parte dei tre africani poi arrestati.

«Per i profughi a Torino tutti a casa di Fassino», è uno degli slogan più in vista che chiama direttamente in causa il sindaco del Pd che in qusti mesi non fa che veicolare un’immagone di Torino irreale e fantastica, un modello di integrazione compiuta. I risultati si sono visti. Ma anche prima di questo episodio-limite le periferie di Torino si erano segnalate per situazioni esplosive sempre tollerate e minimizzate da Fassino. La città, come tante altre, è stanca, sfiancata. La fiaccolata ha attraversato le vie del quartiere Lingotto per poi fare ritorno in piazza Galimberti, da dove era partita. I manifestanti hanno scandito l’inno d’Italia e acceso fumogeni dei colori della bandiera italiana. Le forze dell’ordine, presenti in massa, hanno sorvegliato il corteo, evitando che si avvicinasse alle palazzine dell’ex Moi. Nella zona erano presenti i soliti antagonisti dei centri sociali – “avvocati difensori” dei clandestini che ancora abitano la palazzina incriminata – che hanno presidiato gli edifici occupati dai profughi, ma la manifestazione si è svolta senza tensioni.

A scoppio ritardato il sindaco Piero Fassino, ha annunciato «un presidio fisso e permanente di forze dell’ordine» nella zona del villaggio olimpico di Torino 2006 da un paio d’anni occupato da alcune centinaia di profughi. Lo scorso gennaio il tribunale ne aveva ordinato il sequestro preventivo. L’esecuzione del provvedimento, affidato alle forze dell’ordine, era stato però subordinato alla necessità di valutare soluzioni per la ricollocazione dei rifugiati. Morale: la sinistra cittadina non è stat in grado di dare esecuzione allo sgombero per manifesta incapacità. Intanto si segnala che nell’udienza di convalida tenutasi nel carcere di Torino, i tre africani arrestati nmon hanno risposto ad acuna domanda. Il giudice, Luisa Ferracane, si è riservata la decisione di mantenere i tre, un ghanese, un somalo e un nigeriano, in carcere.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *