Francesco Pannofino, l’attore anti-Cav cambia e diventa cantautore

9 Giu 2015 16:27 - di Giulia Melodia

Francesco Pannofino superstar? Sembrerebbe proprio di sì, visto che dopo essersi presentato al grande pubblico nelle vesti di doppiatore e attore, annuncia di voler debuttare come cantautore. Così, dopo aver prestato la sua voce a George Clooney, Denzel Washington, Kurt Russel, Antonio Banderas, Mickey Rourke e Jean Claude Van Damme, Pannofino ha deciso di declinare timbro singolare ed escursione vocale ai testi delle sue canzoni.

Pannofino, il debutto nella canzone

Un’idea che evidentemente girava nella sua testa già da un po’, considerato che già negli anni Settanta l’attore e doppiatore si dilettava a scrivere testi. Un’inclinazione tradotta nella composizione di un brano dopo che, il 16marzo 1978, mentre aspettava l’autobus sotto casa per recarsi all’università a sostenere un esame di algebra, Pannofino fu tra i testimoni oculari dell’agguato di via Fani, nel quale, come noto, venne rapito Aldo Moro e furono assassinati cinque uomini della sua scorta: un esperienza indimenticabile che l’allaora studente decise di immortalare e rivisitare nella canzone Il sequestro di Stato. Brano che poi fu inserito nel film Patria di Felice Farina. Poliedrico e autoironico, l’apprezzato interprete di Boris e di Nero Wolfe, nonché voce di “italiana” Tom Hanks e Denzel Washington, si prepara per il concerto di debutto, in cui presenterà il suo primo album, Io vendo le emozioni, il prossimo 2 luglio a Roma nell’ambìto del Festival Eutropia, il giorno dopo l’uscita del disco.

Cantautore antiberlusconiano

Ma non è tutto: l’album sarà anticipato il 23 giugno dal brano intitolato emblematicamente Ciak. «Ho cominciato a scrivere canzoni durante la prima serie di Boris – raccontato Pannofino illustrando questa nuova fase della sua carriera artistica –. Nelle lunghe pause tra un set e l’altro, ho avuto l’idea di portarmi la chitarra e iniziare a comporre qualcosa. Ogni tanto facevo sentire qualche brano agli amici durante le pause. Uno in particolare, Ciak, venne apprezzato nientemeno che da Francesco De Gregori, il che mi incoraggiò a continuare. Da allora, li ho tenuti tutti in un cassetto, fino all’estate scorsa quando, durante le prove di un evento che si sarebbe dovuto tenere a Roma, ebbi la fortuna di incontrare il produttore discografico Alfredo Saitto che mi sentì intonare Ciak e mi chiese di fargli ascoltare anche gli altri pezzi. Così è nato il disco». Ultima prova della curiosità intellettuale dell’attore che, tra iperboli culturali e paradossalità comica, si è sempre dimostrato di sinistra moderata. Non ha mai provato a nascondere la sua simpatia per Bersani. Si è immediatamente arruolato tra le truppe anti- berlusconiane spiegando – tra il serio e il faceto e qualche stoccatina – la sua scelta di campo dicendo che «fingere come fa lui (Berlusconi ndr) è un’arte; e so quello che dico, perché io fingo per mestiere. Detto questo, Berlusconi mi è anche simpatico. Le donne, per esempio, non è che piacciono solo a lui. Non è che quelli di sinistra so’ froci»…

 

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