Casapound in piazza per chiudere i campi rom. Scontri con gli antagonisti

3 Giu 2015 18:47 - di Redazione

«Alcuni italiani non si arrendono». Dietro questo striscione e con in mano tricolori CasaPound è scesa in piazza a Roma, nel quartiere Boccea, dove mercoledì scorso una donna filippina è stata falciata da un’auto spinta a tutta velocità. Una protesta per chiedere «al Campidoglio di chiudere i campi rom». A manifestare davanti la stazione metro Battistini, vicino dove è accaduto l’incidente mortale, anche alcuni comitati di quartiere. E davanti l’ingresso della metropolitana è stato appeso lo striscione “Basta, chiudiamo i campi rom” firmato Comitato Fenix 13. «Siamo qui a difendere il nostro popolo come abbiamo sempre fatto – spiegano dal megafono alcuni manifestanti – Non siamo razzisti, noi guardiamo la realtà. Non c’è bisogno di un fatto eclatante e si vede cosa fanno i rom. Questa giunta di sinistra non fa altro che proteggerli». A pochi metri di distanza e “separati” da un cordone di forze dell’ordine alcuni manifestanti dei centri sociali hanno organizzato una contro-protesta al grido “Siamo tutti antifascisti”, “Fascisti carogne tornate nelle fogne”. Le forze dell’ordine hanno allontanato con una carica il centinaio di manifestanti dei centri sociali che stavano contro-manifestando vicino la fermata della metro Battistini. Ai manifestanti “antifascisti” era stato chiesto più volte di allontanarsi.

E il vice di Marino rilancia: “Casa popolare ai rom”

Nelle stesse ore è arrivata la presa di posizione del Comune di Roma riguardo al fenomeno dei campi rom. I nomadi che «hanno redditi alti e delle proprietà vanno mandati via dai campi perchè non hanno bisogno dell’assistenza di Roma Capitale. Chi invece ha bisogno va assistito come tutti i cittadini e cioè in case di edilizia pubblica». Lo ha detto il vicesindaco di Roma Luigi Nieri parlando a Radio Anch’io della questione nomadi. «Non dobbiamo avere paura di dirlo – ha aggiunto – perché l’industria della paura la lasciamo a Salvini e a chi è convinto che basta creare paura e si risolve il problema».

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