Sit in del centrodestra: basta violenze rom. Marino: Roma non sia razzista

28 Mag 2015 19:44 - di Redazione

‘Basta violenze rom. Marino vattene’. Questo lo striscione esposto da alcuni esponenti di ‘Noi con Salvini’ nel quartiere Boccea, a Roma, dove si è verificiato l’incidente mortale in cui ha perso la vita una donna e 8 persone sono rimaste ferite. Tra i cartelli portati in piazza anche qualcuno con una “toponomastica politica”: ‘Via Marino’, ‘Via Renzi’, ‘Largo Salvini’ si legge su alcuni di questi. “Qui non sta speculando nessuno stiamo chiedendo solo giustizia. Questo vuole la gente” dice un manifestante.

In piazza Noi con Salvini, FdI e Ncd

Qualche momento di tensione quando alcuni cittadini hanno urlato più volte ai manifestanti di “togliere i cartelli politici”: “La gente che è morta ieri non c’entra un nulla con la politica” ha gridato più di uno. E di risposta hanno ricevuto: “La politica ha portato a tutto questo”. In piazza oltre a ‘Noi con Salvini’ c’erano esponenti di Fratelli d’Italia e Nuovo Centrodestra.

I residenti chiedono più sicurezza

I residenti del quartiere Boccea chiedono più sicurezza. “In 51 anni non ho mai visto nulla di simile accadere – dice Alessandro Lai, del comitato Aurelio promotore dell’iniziativa – I rom fanno queste cose sapendo di restare impunti. Ti rubano la macchina, ogni tanto te li trovi dentro casa. La gente ha paura. Per questo oggi siamo in piazza. Non solo per esprimere solidarietà alle persone investite ma anche per chiedere sicurezza nei nostri quartieri”. “Siamo indignati da quanto successo – aggiungono altri manifestanti – è una città in cui non funziona più nulla”.

Marino finalmente parla

E il sindaco Marino, che finalmente ha trovato il tempo di commentare l’accaduto, se ne è uscito con un appello alla città a respingere ogni forma di razzismo: “Roma – ha detto – non vuole essere trascinata in basse strumentalizzazioni elettorali. Il mio appello alla città è di evitare trappole: occorre vicinanza alle vittime, severità per i colpevoli rifuggendo da odi e paure che qualcuno tenta di suscitare. E’ una sfida, civile e culturale, che la città è in grado di vincere”.

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