Prima l’hanno votato, ora protestano: Cgil, Cisl e Uil in piazza contro Marino

23 Mag 2015 13:32 - di Ginevra Sorrentino

Anche i sindacati in piazza contro Marino. Tutti: Cgil, Cisl e Uil, e con con loro, centinaia di persone tra dipendenti comunali, tassisti, autisti dei bus e vigili urbani, professionisti di vari settori, semplici cittadini e perfino gli sbandieratori “Leone rampante” di Cori, tutti scesi in piazza a Roma contro «una pressione fiscale elevata, imposta senza introdurre criteri di equità e progressività, l’emergenza abitativa, l’apartheid delle periferie, servizi pubblici sempre più scadenti (tpl, raccolta dei rifiuti solidi urbani), società partecipate sempre più allo sbando». Una deriva, quella capitolina, che il sindaco non solo non riesce ad arginare, ma che per i manifestanti in corteo il primo cittadino ha contribuito a creare e continuato a mal gestire. Eppure, coloro che oggi lo contestano in corteo, non sono forse gli stessi che l’hanno portato al vertice del Campidoglio?.

Tutti contro Marino: gli slogan

Il corteo, partito da piazza dell’Esquilino e arrivato a piazza Santi Apostoli dopo avcer sfilato tra le vie del centro della città, non ha girato intorno alle accuse e alle proteste riassunte in cartelloni, slogan e striscioni a dir poco espliciti. Uno su tutti esortava il primo cittadino all’esodo invocando un chiaro «Marino vattene», mentre quello dietro appena dietro denunciava: «La vostra spending review è una sporca menzogna e farla pagare ai lavoratori è un’infamia e una vergogna». Nel mirino della piazza che mescolava rappresentanze sindacali, esponente della società civile e romani delle periferie abbandonate al degrado e alla micro-criminalità, tutti indignati a vario titolo e accomunati dalla protesta contro le politiche dell’ex chirurgo ligure, oggi sindaco di Roma. Una protesta unanime, quella portata in piazza dai manifestanti, indetta per chiedere un deciso cambio di passo della giunta Marino, fin qui inefficace sul piano della politica dei servizi e del lavoro e che ha raccolto il grido di dolore urbano dei romani, rimasto fin qui inascoltato in Campidoglio.

Le accuse al sindaco

Un grido che ha raccolto in un’unica voce la richiesta d’ascolto delle esigenze dei cittadini e dei bisogni di una città affllitta da una pressione fiscale particolarmente gravosa, a fronte di una carenza di servizi sicuramente non degna di quella che dovrebbe essere – e che è ben lontana dal ricordare anche un po’– la «Capitale dei diritti, del lavoro e della solidarietà» invocata in piazza dai manifestanti. Una realtà, quella capitolina, tormentata dal problema lavoro e funestata dal dramma dell’emergenza abitativa; afflitta dal degrado delle periferie, abbandonate a loro stesse, in cui le emergenze sicurezza e legalità sono drammaticamente all’ordine del giorno, per tacere di traffico e viabilità, ormai zoppo cavallo di battaglia del sindaco green e appassionato ciclista. Tutte cause, e al tempo stesso sintomi, di un malessere condiviso e ormai al limite del sopportabile che testimonia, una volta di più, le difficoltà di Marino a intercettare e provare almeno a risolvere le multiformi problematicità di una città, fin qui amministrata in spregio delle sue imprescindibili e improcastinabili necessità.

 

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