Jet privato per Benigni, paga l’università: il ministro Giannini nella bufera

30 Mag 2015 10:57 - di Redazione

Una nuova tegola per il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, rettore per nove anni dell’Università per stranieri di Perugia. Il prestigioso ateneo, infatti, non ha badato a spese (dei cittadini) per spedire a Bruxelles il sommo Roberto Benigni per una prestigiosa (e non proprio economica) lezione su Dante e la Divina Commedia nelle aule del Parlamento europeo. E adesso la Corte dei Conti vuole vederci chiaro.

Il Falcon privato per Benigni

Secondo la ricostruzione di Repubblica, infatti,  9 marzo scorso, la procura della Corte dei conti di Perugia ha aperto un procedimento sul noleggio di un aereo Falcon 20 sostenuto dall’università nel 2011 per consentire al Premio Nobel e a quattro uomini del suo staff di raggiungere Bruxelles, l’8 novembre, per una lezione su Dante. Un comodissimo jet privato da dieci posti per Benigni e il suo staff decisamente più confortevole di un banale e popolarissimo volo di linea. L’affitto del mezzo, firmato personalmente dall’attuale ministro dell’Istruzione, nonostante l’opposizione di un funzionario dell’ufficio acquisti, costò all’Università per stranieri di Perugia 16.400 euro, a cui vanno sommati oltre 5 mila euro per una serie di spese tra cui il volo di linea Roma-Bruxelles utilizzato dal rettore Giannini (640,60 euro), un secondo aereo su Bruxelles prenotato per un giornalista chiamato a raccontare l’evento (470,90 euro), i trasferimenti dello staff di Benigni all’aeroporto di Ciampino (315 euro), le notti in albergo per sette persone e i loro ristoranti. La contestazione della Corte dei conti – 22 mila euro in totale – segue quella più onerosa ma meno spettacolare del 10 dicembre 2014, quando il ministro Giannini era stata citata in giudizio per un danno erariale da 420mila euro per l’affitto di alcuni locali dell’università a un centro di ristorazione poi fallito.

L’attivismo della Giannini

A inguaiare l’attuale ministro dell’Istruzione una relazione dei revisori della stessa università perugina, che aveva evidenziato come il rettore Stefania Giannini si fosse attivata in maniera decisa per riuscire a organizzare l’evento “La lingua italiana come fattore di identità e unità nazionale”  in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La Giannini riuscì a convincere il ministero dell’Istruzione dell’epoca, a cavallo tra gli ultimi giorni di Maria Stella Gelmini e l’ingresso di Francesco Profumo, a far convergere sulla Lectura Dantis due finanziamenti destinati ad altro. Inizialmente furono stornati 7.500 euro previsti per Eurostudent, un lavoro di ricerca sui potenziali clienti (studenti) nel mondo, questo sì in sintonia con la missione di un ateneo per stranieri. Altri 10.000 euro – sempre secondo la ricostruzione di Repubblica – vennero recuperati in una quota di fondi Miur per la cooperazione tra le università. Con i soldi rintracciati, la Giannini poté garantire alla compagnia privata (espressamente indicata dall’agente di Benigni) l’assegno per il volo privato Ciampino-Bruxelles e ritorno per Benigni e staff. Il ministro Giannini  ha fatto sapere che fu proprio Benigni a chiedere la cortesia del volo privato visto che il suo staff era ampio e lui aveva una gamba ingessata.  «Resto orgogliosa di aver contribuito a organizzare quello straordinario evento e non sono convinta che pagare un volo di linea ad altre cinque persone sarebbe costato meno. Benigni non chiese cachet e la spesa per il suo trasferimento fu condivisa da tutto il Consiglio di amministrazione dell’Università per stranieri».

 

 

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