Parla il killer di Milano. Giardiello: avrei ucciso ancora e mi sarei suicidato

11 Apr 2015 10:02 - di Redazione

«Grazie che mi avete fermato, avete fatto bene, avrei ucciso ancora e poi mi sarei suicidato». Queste le prime parole pronunciate dal killer di Milano, Claudio Giardiello, che sarà interrogato nelle prossime ore, dopo essere stato arrestato dai carabinieri  a Vimercate a poche ore dalla strage al Tribunale.

Giardiello: avrei ucciso ancora

«Quel posto è l’origine di tutti i miei mali: è il tribunale che mi ha rovinato», Giardiello lo dice d’impulso, quasi urlando in faccia ai carabinieri che lo bloccano e gli tolgono la pistola con cui ha freddato il giudice Ciampi, il suo coimputato Giorgio Erba e l’avvocato Lorenzo Claris Appiani. I primi atti dell’indagine sulla strage al tribunale di Milano confermano quanto emerso nelle prime ore ma, soprattutto, dimostrano come Giardiello avesse pianificato ogni cosa, mosso da un odio che lo aveva ormai accecato e che ha covato per anni, come dimostra la denuncia presentata tre anni fa da un suo ex legale, Marco Eller Vainicher.

Il Tribunale mi ha rovinato

«La giustizia fa schifo, fa tutto schifo», ha detto ancora Giardullo ai carabinieri, che nel sellino dello scooter hanno trovato la pistola con cui aveva ucciso in tribunale con il colpo in canna e un altro caricatore, con 12 colpi». Tutta questa rabbia ora potrebbe anche costargli l’imputazione di strage: i magistrati stanno ancora valutando gli elementi a disposizione e ricostruendo la dinamica esatta di quanto accaduto, ma dai primi accertamenti sembrerebbe che tra i feriti vi sarebbe almeno una persona che non c’entrerebbe nulla con la sua “vendetta personale”. Si tratta dell’avvocato Paolo Brizzi, ferito in maniera lieve, che si trovava su una panca fuori dall’aula accanto al commercialista Stefano Verna (ferito anche lui alle gambe ) che invece doveva testimoniare al processo.

Reato di strage?

Per il momento su di lui gravano comunque accuse pesantissime, che sono alla base della richiesta di convalida dell’arresto che il pm di Monza Franca Macchia, competente per la fase relativa proprio all’arresto,  ha inviato al gip Patrizia Gallucci. Non sono ancora pronti, invece, i risultati del narcotest a cui l’uomo è stato sottoposto e che arriveranno nelle prossime ore. L’inchiesta bresciana, infatti, dovrà anche occuparsi delle falle nella sicurezza agli ingressi del Palagiustizia e il primo punto è capire se Giardiello abbia mostrato o meno un tesserino per passare il varco riservato ad avvocati, magistrati e personale amministrativo del tribunale. Quel che si sa è che aveva con lui, al momento dell’arresto, una serie di tessere ma non una da avvocato.

 

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