Ebola, l’Oms smentisce Gino Strada: «nessuna vittoria, l’epidemia continua»

17 Apr 2015 19:12 - di Paolo Lami

Botta e risposta fra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il chirurgo Gino Strada smentito in mondovisione dall’Oms. «Questa volta ci siamo, l’epidemia di Ebola è sotto controllo. Ci sarà “una coda”, pochi casi sporadici nel Paese, ma questa epidemia in Africa occidentale è stata vinta, finalmente», annuncia vittorioso dal suo profilo Facebook il fondatore di Emergency.
Macché, replica il portavoce dell’Agenzia dell’Onu specializzata sulla Salute, Gregory Hartl, «l’epidemia non è ancora finita e richiede continuo impegno e fondi per arrivare a “zero casi” anche se «il numero di casi continua a diminuire e le zone di trasmissione si stanno riducendo».
Strada aveva fatto sapere su Facebook che il «nostro Centro non ha più ammalati, solo pochi convalescenti che saranno dimessi nei prossimi giorni. E anche per me, dopo più di 6 mesi è finalmente ora di tornare a casa».
Ma l’Oms lo stoppa: «i governi, lo staff Oms, i partner e gli operatori sanitari locali devono continuare il proprio lavoro nelle comunità al fine di fermare le trasmissioni, tracciare tutti i contatti delle persone infettate e curare i malati». Insomma, fermi tutti, stop agli annunci di vittoria e si resta sul pezzo. L’epidemia è tutt’altro che debellata.
Secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 16 aprile, i morti a causa del virus Ebola dall’inizio, nel 2014, dell’epidemia in Africa occidentale sono 10.699.
I casi registrati in totale sono invece 25.831 e l’epidemia ha colpito principalmente Guinea, Liberia e Sierra Leone.

Anche lo Spallanzani smentisce Strada: più gravi gli ultimi casi di Ebola

Le cose, insomma, non stanno come racconta Strada anche se nel bollettino della scorsa settimana, l’Oms registrava come nella settimana fino al 5 aprile, solo 30 casi di Ebola in Africa occidentale, il numero più basso dal maggio del 2014.
Ma anche se la «capacità di trattamento ormai superano la domanda in Liberia e Sierra Leone e quindi le autorità nazionali stanno iniziando a smantellare le strutture in surplus, mantenendo centri di trattamenti di alta qualità dislocati strategicamente. In Guinea – avverte l’Oms – la situazione più complessa con un numero di casi identificati post mortem in discesa ma con le notifiche di sepolture non sicure in aumento. L’ultimo caso registrato in Liberia risale al 27 marzo, e attualmente sono monitorate 332 persone potenzialmente infette».
Anche il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, spegne gli entusiasmi di Strada: l’epidemia certamente «non ha le dimensioni dell’inizio, ma gli ultimi casi registrati in queste settimane – avverte l’esperto – hanno dimostrato una particolare gravità, e non ne conosciamo le ragioni». Di questa malattia, conclude Ippolito, «sappiamo ancora poco e molti studi dovranno ancora essere condotti».
La Banca Mondiale ha fatto sapere che offrirà ulteriori 650 milioni di dollari nei prossimi 12-18 mesi per aiutare Guinea, Liberia e Sierra Leone a recuperare dopo la crisi dell’Ebola. I nuovi finanziamenti portano i fondi stanziati dalla Banca Mondiale per la risposta a Ebola a 1,62 miliardi di dollari. L’istituto di Washington stima che le perdite di Pil dei tre paesi nel 2015 saranno 2,2 miliardi di dollari, di cui 240 milioni di dollari per la Liberia, 535 milioni di dollari per la Guinea e 1,4 miliardi di dollari per Sierra Leone.E anche il Fondo Monetario internazionale fa sapere di essere pronto a offrire ulteriore assistenza finanziaria.

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