Sulla legge Severino il bluff della Boschi. Brunetta: «Siete ridicoli»

4 Mar 2015 13:22 - di Redazione

La querelle sul bluff della Severino tiene banco da 24 ore, complice il botta e risposta tra il ministro Maria Elena Boschi e il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta. Il motivo del contendere è ancora l’utilizzo strumentale – e ad personam? – della norma.

I Tweet di Brunetta

«Maria Elena Boschi dice che su “Severino” deciderà Parlamento. Ma in Parlamento chi ha maggioranza? Il Pd del segretario-premier Matteo Renzi #ridicoli»: si riassume in meno di 150 caratteri la polemica tra Brunetta e la Boschi affidata dall’esponente azzurro a Twitter e rilanciata sul web dopo una giornata di recriminazioni e sottintesi. Una messa alle strette sull’opportunità o meno di intervenire con modifiche sulla norma o, quanto meno, sul suo parziale utilizzo, nata in seno al Pd dal pasticciaccio delle primarie del centrosinistra vinte dal candidato democrat Vincenzo De Luca. Un autogol che mette in difficoltà il Pd e che alimenta malcontento dentro e fuori il partito del premier, e che già nella giornata di martedì ha motivato un altro risentito tweet dell’ex ministro Brunetta, che on line aveva già polemicamente postato: «Renzi e Boschi ipocriti. Dicono che Severino non sarà modificata, al momento. Per De Luca, ne siamo certi, si provvederà. Leggi ad personam?»

La vicenda

Non casao, alla domanda se il vincitore della consultazione elettorale interna al centrosinistra, sindaco decaduto di Salerno per gli effetti della Severino e vincitore delle primarie del Pd in Campania, dovesse vincere la corsa a governatore, infatti, il ministro solo martedì ha evasivamente risposto: «Verificheremo e prenderemo i provvedimenti necessari da qui alle elezioni che, non sono state ancora fissate, ma saranno presumibilmente il 10 maggio, anche alla luce di precedenti che ci sono stati in altre Regioni». Un classico, e decisamente non esaustivo «verificheremo», insomma, tutto l’escamotage utilizzato dalla Boschi per eludere domande e imbarazzi, superato beffardamente solo dal tentativo di evitare ulteriormente di dare risposte più circostanziate dalle dichiarazioni odierne rilasciate dal ministro delle Riforme che, interpellata nuovamente sul caso nelle ultime concitate ore ha addirittura aggiunto: «Non è allo studio da parte del governo nessuna ipotesi di modifica della legge Severino. Non so se il Parlamento, nelle prossime settimane, riterrà di intervenire»: un modo di liquidare la questione scaricando la decisione sui gruppi parlamentari. Cosa che ha mandato su tutte le furie, oltre alla minoranza dem rappresentata soprattutto da Cuperlo – che ha sollecitato la necessità che «il governo dica cosa intende fare, perché non si può usare il Parlamento a la carte» – anche il deputato forzista, Renato Brunetta che sulla questione non mollerà certo la presa.

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