L’Isis usa bombe al cloro: le prove in un video trasmesso dalla Bbc

12 Mar 2015 20:12 - di Redazione

Un fumo di un arancione vivo che si sprigiona da un’esplosione al lato della strada. È questa, secondo fonti ufficiali irachene, la prova dell’uso da parte dello Stato islamico di bombe al cloro: un agente chimico non pericoloso come i gas nervini, usato in ordigni artigianali in quantità quasi mai letali – almeno non quanto le esplosioni stesse – ma impiegato per provocare il terrore tra i soldati e i civili iracheni. Alcuni degli ordigni, riferisce la Bbc citando artificieri iracheni, sono stati trovati dall’esercito di Baghdad sulla strada verso Tikrit, la città 130 chilometri a Nord della capitale dove anche oggi le forze governative e le milizie di volontari sciiti combattono per aprirsi la via verso il centro, ancora occupato dallo Stato islamico.

Il gas usato dall’Isis

L’emittente, che ha diffuso sul suo sito le immagini delle esplosioni, sottolinea tuttavia che il cloro puo’ essere letale solo se inalato in grandi quantità perché in tal caso brucia i polmoni. Una situazione molto improbabile nelle esplosioni all’aria aperta. Per questo Hamish de Bretton Gordon, un esperto di armi chimiche citato dalla Bbc, si dice convinto che gli ordigni vengano usati come arma “psicologica”. Raed al Jubury, il governatore della provincia di Salahuddin, di cui Tikrit e’ il capoluogo, ha detto intanto che le forze lealiste continuano a muovere verso il centro della citta’ dopo avere ucciso “decine” di jihadisti e avere neutralizzato sette autobomba guidate da attentatori suicidi. E’ questa, insieme con i cecchini e gli ordigni lasciati ai lati delle strade, l’arma con cui lo Stato islamico cerca di rallentare l’avanzata dei nemici, che si servono anche di carri armati Abrams e sono protetti dai raid degli elicotteri di Baghdad.

I lealisti puntano su Tikrit per poi riprendere Mosul

Il ministro della Difesa, Khaled al Obeidi, giunto sulla linea del fronte, ha detto che i lealisti riusciranno ad impadronirsi entro tre o quattro giorni anche del centro di Tikrit. Mentre il governatore Al Jubury ritiene che altre due o tre settimane saranno necessarie per ripulire tutta la provincia di Salahuddin dall’Isis. A quel punto la controffensiva dovrebbe proseguire verso Shirqat, 110 chilometri a Nord di Tikrit, per puntare infine verso Mosul, distante altri 90 chilometri nella stessa direzione. Ma i tempi necessari non sono ancora noti. Intanto nella vicina Siria il conflitto civile, che ha già provocato almeno 220.000 morti – e di cui l’Isis ha approfittato per impadronirsi di vaste porzioni di territorio nel Nord del Paese – entra nel quinto anno senza che si intraveda alcuna possibilità di pacificazione.

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