Il coraggio della nuova presidente croata: via il busto di Tito

19 Mar 2015 18:00 - di Redazione

Ci voleva il coraggio e la determinazione di una donna perché la Croazia cominciasse davvero a fare i conti col suo passato. Il busto del maresciallo Tito è stato infatti rimosso su volontà della nuova presidente croata, Kolinda Grabar Kitarovic, da una sala del Palazzo della Presidenza della Croazia, sontuosa villa costruita negli anni Sessanta proprio come residenza dell’ex leader jugoslavo a Zagabria. Grabar Kitarovic, eletta a gennaio nelle file del partito conservatore Unione democratica croata (Hdz), all’opposizione, ha definito a varie riprese il maresciallo Josip Broz, detto Tito, leader partigiano jugoslavo, e poi dal 1945 fino alla morte nel 1980, capo indiscusso della Jugoslavia comunista, un “dittatore comunista”. Per questo, secondo lei, quel busto di marmo non avrebbe dovuto essere posto nel palazzo presidenziale accanto alle sculture di altri illustri e noti personaggi della storia croata. Detto fatto: il busto è stato rimosso.

Il coraggio di fare i conti col passato

La decisione di eliminare Tito proprio dalla villa costruita per lui, diventata nel 1992 sede del presidente della Croazia, ha suscitato una valanga di polemiche e divisioni nell’opinione pubblica croata. Per molti Tito, nonostante i molti errori e i crimini perpetrati, rimane uno dei più grandi personaggi della storia del Paese, che ha guidato la resistenza dei popoli jugoslavi e che poi, nel 1948, ruppe con Stalin, diventando poi leader del Movimento dei non-allineati durante la Guerra Fredda e costruendo un tipo di società socialista molto meno oppressiva in paragone ai Paesi rimasti nell’orbita sovietica. Per altri invece è stato solo un feroce dittatore comunista, responsabile di migliaia di morti nelle repressioni e vendette sommarie contro i nemici nella guerra, tra cui molti croati. Il suo busto, insieme ad altre centinaia di oggetti e opere d’arte che gli appartennero è stato consegnato al museo che gestisce la sua casa natale, in un villaggio non lontano da Zagabria dove ogni anno per celebrare il suo compleanno si riuniscono migliaia di nostalgici dell’epoca socialista.

Via il busto

Da notare che nessun presidente prima della Grabar Kitarovic ha avuto il coraggio di rimuovere il busto di Tito, incluso il nazionalista Franjo Tudjman, fondatore nel 1990 dell’Hdz, partito alla cui guida portò la Croazia all’indipendenza dalla Jugoslavia. Tudjman, che da giovane si unì ai partigiani di Tito e nel dopoguerra divenne suo generale e intellettuale comunista, per poi rompere con il regime negli anni Sessanta, aveva sempre valorizzato il contributo antifascista di Tito, reputandolo uno dei più grandi personaggi della Seconda Guerra Mondiale in Europa. Fino a quando non è arrivata lei, donna Kolinda che ha messo le cose a posto.

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