Bullismo, si accaniscono sull’amica disabile e postano i video sul web

11 Mar 2015 14:09 - di Bianca Conte

Ancora un episodio di bullismo. Ancora una vittima oltraggiata dalla prepotenza di una coetanea. Questa volta siamo in Toscana, dove i carabinieri di Montemurlo, su ordine della procura di Prato, hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione di una ragazza di 19 anni, che vive con la famiglia, accusata di aver perpetrato episodi ripetuti di bullismo nei confronti di una compagna di classe handicappata di un anno più piccola di lei. Un comportamento già di pe sé odioso e deprecabile, che l’indagata ha addirittura pensato bene di rilanciare e condividere sul web, dove la ragazza al centro dell’inchiesta avrebbe anche pensato bene di pubblicare i video delle derisioni filmate su Instagram.

Bullismo su una compagna di classe handicappata

Così, dopo il caso di qualche settimana fa della quattordicenne di Vigevano picchiata fuori dalla scuola da tre ragazze sedicenni, le cronache riportano dunque un nuovo episodio di violenza psicologica “al femminile”, compiuto ai danni di una ragazza disabile per un ritardo mentale e sofferente di epilessia, che i bulli e le bulle di turno costringevano a sfilare in classe facendole lo sgambetto. Un atteggiamento violento che raddoppiava la portata della sua efferatezza una volta postati on line sui social network i video dello stalking, come la consuetudine criminale impone.

Le indagini in corso

Da quanto si apprende circa le indagini in corso, in seguito alla perquisizione dell’abitazione della studentessa diciannovenne sono state trovate le prove di quello che i carabinieri di Montemurlo stavano cercando: appunto i video condivisi sulla piattaforma Instagram. Ora la studentessa è indagata per violenza privata e atti persecutori (stalking) nei confronti di una sua compagna già duramente provamente dalla disabilità. Ad accorgersi delle immagini che circolavano in rete è stato il fratello della studentessa portatrice di handicap, che ha avvertito i genitori e di conseguenza le forze dell’ordine. Nei guai per ora è finita la studentessa diciannovenne, ma i carabinieri stanno lavorando per identificare anche altri studenti che hanno partecipato alla derisione sistematica della sfortunata compagna di classe. Vittima indifesa della vigliaccheria e del vuoto etico di suoi spietati compagni di classe. La domanda a cui diventa sempre più impellente dare una risposta allora è: come arginare radicalmente un fenomeno odioso che, nonostante le inziaitive didattiche, gli approfondimenti culturali, le inziaitive sociali, le campagne politiche, e il polso duro giuridico, risulta ogni giorno di più in crescita esponenziale?

 

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