Pisapia sconfitto sui matrimoni gay: cancellate tutte le trascrizioni
Sono state tutte cancellate le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero che erano state fatte dal Comune di Milano. Il provvedimento è stato preso da un commissario ad acta nominato dal prefetto Francesco Paolo Tronca. La notizia della cancellazione è stata comunicata alle coppie con una lettera e rappresenta l’ultimo passaggio di un braccio di ferro istituzionale durato mesi e segnato anche da qualche colpo di scena.
Un lungo braccio di ferro istituzionale
Così come richiesto dal Viminale, già in ottobre Tronca aveva chiesto a Giuliano Pisapia di procedere alla cancellazione di un atto che, comunque, di fronte alla legge non aveva alcun valore. Il sindaco di Milano, però, così come avvenuto anche in altre città, aveva deciso di proseguire sulla strada intrapresa e di non cancellare il registro, rivendicando come «legittime» le trascrizioni.
L’inchiesta e l’archiviazione lampo
Ne era scaturita anche una denuncia da parte di un gruppo di cittadini cattolici, intorno alla quale si sono consumate polemiche e un piccolo giallo. “Pisapia indagato per il registro delle unioni civili”, è la notizia circolata a metà gennaio e che per un paio di giorni, in qualche modo, ha fatto del primo cittadino una sorta di “martire” dei diritti negati o presunti tali. In realtà, come poi è stato chiarito dalla stessa Procura, il fascicolo per abuso d’ufficio non era stato aperto a carico di Pisapia, ma a carico di ignoti. Qualche giorno fa, infine, la decisione di chiudere l’inchiesta con l’archiviazione, perché la trascrizione – per la Procura – «non costituisce reato». Resta il fatto che non trova coperture nella legge italiana e da oggi, nonostante la giunta Pisapia, non può nemmeno più avere la copertura del Comune di Milano.