Libia: mentre l’Occidente chiacchiera l’Egitto attacca da terra l’Isis

18 Feb 2015 20:20 - di Antonio Pannullo
Egyptian army

Mentre l’Europa, e in particolare l’Italia, si interrogano e dibattono su cosa fare per la crisi libica, Il Cairo non perde tempo: forze speciali egiziane elitrasportate hanno compiuto un’incursione terrestre a Derna, la città dichiaratasi Califfato dell’Isis nell’est del Paese. Lo riferiscono fonti libiche ed egiziane concordanti. Martedì media egiziani e uno saudita avevano riferito che, dopo i raid aerei, l’Egitto stava prendendo in considerazione attacchi di terra. In particolare era stata evocata la task force 999, un’unità speciale per operazioni internazionali tra le dieci migliori al mondo, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche. Si è poi appreso che è di «155 combattenti dell’Isis uccisi e 55 catturati» il bilancio del blitz via terra delle forze egiziane a Derna. Lo riferiscono numerosi media egiziani citando le informazioni diffuse da Moustafa Bakry, un influente editorialista. Per il momento l’Esercito egiziano non conferma.

L’Isis: attaccheremo le cavi dei crociati

L’Isis vuole utilizzare la Libia per portare il caos nel sud dell’Europa, rivela il Daily Telegraph documenti segreti dei jihadisti. Secondo uno dei principali reclutatori dello Stato islamico in Libia, l’Isis vuole infiltrarsi sui barconi di immigrati nel Mediterraneo e attaccare le «compagnie marittime e le navi dei Crociati». I piani segreti dell’Isis contro il sud dell’Europa sono contenuti in un documento, di cui il think-tank anti-terrorismo britannico Quiliam è entrato in possesso. La grande quantità di armi che circolano in Libia e la sua vicinanza con “gli Stati crociati” rendono il Paese il punto di partenza ideale per l’Isis, scrive Abu Arhim al-Libim che, secondo gli analisti, è una figura di spicco dello Stato islamico. Al-Libim cita in particolare la possibilità per i jihadisti di utilizzare e sfruttare in modo strategico i tanti barconi di immigrati clandestini che partono dalle coste libiche attraverso i quali l’Isis può portare il caos nel sud dell’Europa e colpire le compagnie marittime e appunto le navi dei Crociati.

Nuova kill list elaborata dal Pentagono

Infine, si apprende che il Pentagono ha elaborato anche una vera e propria kill list, una lista di jihadisti di spicco da eliminare: al primo posto c’è, ovviamente, Abu Bakr al Baghdadi, l’emiro, ma ci sono anche diverse altre personalità, come il famigerato Jihadi John, il boia dall’accento britannico, e altri elementi di spicco della catena di comando e controllo dello Stato islamico. Lo hanno rivelato fonti del Dipartimento della Difesa Usa a Barbara Starr della Cnn, secondo cui si tratta di «una lista che non si concentra solo su Jihadi John», che certo vogliono prendere. La lista in effetti riguarda in particolare la leadership, quelle persone la cui uccisione può fondamentalmente indebolire le operazioni dell’Isis. Ed è una lista mobile, ovvero ci sono nomi che vengono aggiunti o depennati, a seconda dell’andamento dei raid aerei della coalizione guidata dagli Usa in Iraq e in Siria, affermano fonti governative. È un elenco che però continua a crescere, con l’espansione del califfato verso la Libia, l’Egitto, Yemen, Pakistan e Afghanistan. Tuttavia, le forze Usa dispongono ancora di scarse informazioni di intelligence per localizzare gli obiettivi elencati nella lista, in particolare l’emiro al Baghdadi, che ormai da mesi ha fatto perdere le sue tracce agli 007 occidentali.

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