Storia dell’amicizia tra Mattarella e Tatarella, padri del bipolarismo italiano

31 Gen 2015 16:21 - di Oreste Martino

Sergio Mattarella, nuovo inquilino del  Quirinale, è noto tra la classe dirigente proveniente da Alleanza Nzionale per gli stretti rapporti di amicizia con Giuseppe Tatarella, considerato il principale ispiratore di Alleanza Nazionale e della coalizione di centrodestra. Mattarella e Tatarella lavorarono assieme alle leggi elettorali che hanno portato il bipolarismo in Italia, che non a caso presero il nome da loro. Il Mattarellum aveva come relatore il presidente della Repubblica, ma fu scritto a quattro mani da Sergio e Pinuccio, così come il Tatarellum, di cui il relatore fu invece il politico di An. Il feeling tra i due politici fu profondo e fecondo e favorì il cambiamento della politica italiana.

Mattarella rappresentò il governo ai funerali di Tatarella

Alla morte di Tatarella l’attuale capo dello Stato espresse un cordoglio non di maniera, ricordando l’amico e le sue capacità di mediazione e armonia, e partecipò ai funerali da vicepresidente del Consiglio in rappresentanza del governo. In occasione del quinto anniversario della morte di Tatarella, precisamnte l’8 febbraio 2004, Mattarella ricordo l’amico Pinuccio con queste parole: ”Pinuccio Tatarella era un uomo serio e saggio. Serio perche’ leale e affidabile anche nei difficili rapporti politici. Era saggio perche’ sempre attento a superare le distanze, a cercare i punti di incontro, a non approfondire i contrasti, senza, con questo, attenuare le differenze politiche ne’ rinunziare, quando necessario, ad atteggiamenti determinati. Ne ho visto all’opera queste attitudini in diverse stagioni della vita parlamentare: quando, da relatore, preparavo la legge elettorale per la Camera; nel periodo in cui lui era relatore della legge elettorale per le regioni; da capogruppo dei popolari e democratici mentre lui lo era di Alleanza nazionale. Eravamo avversari in Parlamento, senza infingimenti, ma riuscivamo a collaborare perché la fiducia era un ponte sperimentato di dialogo”.

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