Rischio attentati in Vaticano: l’allarme arriva dagli Stati Uniti

12 Gen 2015 10:38 - di Tano Canino

Prossima fermata, Roma Vaticano. Il tour della paura non sembra voler arretrare. Così nel mirino adesso ci sarebbe anche l’Italia. Con San Pietro come bersaglio grosso. L’allarme, che deve aver fatto rizzare i capelli in testa anche a quel fanfarone di Matteo Renzi, sarebbe già stato recapitato. E pure da una fonte autorevole: i servizi di sicurezza alleati, esattamente la National security agency (Nsa) americana. Fonte citata dalla tedesca Bild secondo cui appunto la città di Roma è nel mirino. Fonte alla quale si sarebbe aggiunta anche una informativa del Mossad israeliano.

Un “possibile obiettivo”

I responsabili dei nostri servizi si sono affrettati a chiarire che seppur il soglio di Pietro può certo essere un “possibile obiettivo”, ma nulla di più.  Non ci sarebbero infatti segnali concreti di minacce o addirittura di preparazione di fatti eclatanti. Ma siccome, di credibili e concrete minacce, non ce ne erano neppure a Parigi e nemmeno nelle altre capitali del mondo colpite dalla furia stragista, è ovvio che una certa apprensione si cominci a fare strada. Del resto è praticamente impossibile, come ancora Parigi ha dimostrato, prevedere e prevenire ogni progetto di attentati soprattutto se promossi e organizzati da gruppuscoli così esigui e scollegati persino dalle centrali internazionali del terrore.

“Arriveremo a Roma”

Fino ad oggi ci è andata abbastanza bene. Ma la fortuna può cambiare. E c’è poi quel tale vestito di nero, quell’Al Baghdadi  che dal neo costituito Stato Islamico tuona, ormai un giorno sì e l’atro pure, contro Roma e il Vaticano arringando i suoi sanguinari seguaci al grido di “arriveremo sino a Roma”. Niente di buono e niente di bello, insomma. Anche perché le strutture nostrane, i Servizi segreti e le forze di polizia,  che dovrebbero essere preposte a vegliare sulla nostra tranquillità e sulla nostra sicurezza, subiscono oramai in silenzio i tagli drastici della spending review. Con la conseguente e inevitabile riduzione dei mezzi tecnici e dell’organico. Brutta aria.

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