Norma sulla frode fiscale, ma Renzi ha letto la Costituzione?

7 Gen 2015 12:39 - di Silvano Moffa

C’è un articolo della Costituzione che il presidente del Consiglio dovrebbe conoscere bene. E’ l’art. 95 che fissa ruolo e funzioni del Governo. In particolare affida al capo dell’Esecutivo il compito di dirigerne e coordinarne l’attività, al fine di mantenere “l’unità di indirizzo politico e amministrativo”. Per quanto concerne i ministri, la norma recita che essi “sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri”.

Autonomia da salvaguardare

La Costituzione, quindi,  non mette il presidente del Consiglio in posizione di supremazia gerarchica nei confronti dei singoli ministri. Al contrario, lo chiama a conciliare gli interventi di autorità con il rispetto dell’autonomia costituzionalmente riconosciuta al Consiglio e ai singoli Ministri, chiamati a rispondere direttamente davanti al Parlamento del loro operato. Dire che il dettato della Costituzione sia stato stravolto dalla approssimative dichiarazioni di Renzi in merito allo stupefacente mistero della norma sulla soglia del 3 % in materia di punibilità per  i reati di frode fiscale, prima inserita nel testo e poi tolta, è un eufemismo. Quel che lascia allibiti è che non si trovi traccia nei grandi quotidiani di alcun rilievo del genere. Eppure quell’art.19 bis nel decreto legislativo prenatalizio è stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri. Strano che nessuno se ne sia accorto.

Cose mai viste prima

Ancor più stravagante è che, per sedare le polemiche, Matteo Renzi, con superbia pari ad arroganza, abbia “motu proprio” deciso di togliere di mezzo la norma sospetta. Come se fosse possibile infischiarsene del fatto che questo è un compito spettante al Consiglio, nella sua collegialità . Sorvoliamo sulla restante parte delle allucinanti e provocatorie minacce, tipo “ripresenteremo il decreto dopo l’elezione del Presidente della Repubblica”, la qual cosa evidenzia una concezione ricattatoria nella filosofia di governo renziana, tale da scardinare i più elementari principi della democrazia e minare ogni forma di civile e trasparente rapporto con le forze politiche di maggioranza e di opposizione. In una intervista al Corriere della Sera, il professor Giovanni Maria Flick, che è stato presidente della Corte Costituzionale e ministro della Giustizia, ha ammesso:” Devo dire con sincerità che una cosa del genere non l’avevo mai vista”. Esatto. Neppure noi.

 

 

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