Ci sono 693 opere incompiute in Italia. Ma mancano i soldi per ultimarle

13 Gen 2015 13:57 - di Mauro Achille

Conti alla mano, ci sono 693 opere incompiute nel nostro Paese. E ci vorrebbe un miliardo e mezzo di euro per ultimarle. Il guaio è che queste risorse non ci sono, e tutto resta fermo. Ora il sottosegretario ai Trasporti, Riccardo Nencini, avanza una proposta che, in verità,  è tutt’altro che campata in aria. L’idea è di riconoscere un bonus fiscale e la possibilità di revisione della destinazione urbanistica degli edifici per le imprese private che parteciperanno al completamento delle opere incompiute. La proposta è arrivata durante il convegno “Opere incompiute: quale futuro?”.

Che ne pensa il Mef ?

“E’ un’idea da verificare con il Mef “,  ha precisato il sottosegretario, mettendo subito le mani avanti. Al ministero si sta discutendo un quadro normativo per terminare queste opere. Nel pacchetto, potrebbero entrare anche incentivi per le amministrazioni che fanno di questo tema una priorità. Lo stesso Nencini ha caldeggiato la nomina di un commissario straordinario e si è augurato che si possano avere i fondi per realizzare le opere fuori dal patto di stabilità. Nell’elenco, ovviamente, troviamo di tutto: scuole, porti, aeroporti e loculi dei cimiteri. Si tratta comunque di elenchi parziali destinati ad allungarsi. Non tutte le amministrazioni hanno, infatti, comunicato il numero delle opere non terminate del proprio territorio.

I “Contratti di quartiere”

L’idea, dicevamo, non appare fuori luogo. Ovviamente, non basta enunciarne i principi portanti per renderla concreta e perseguibile. La materia è complessa. Non solo per la farraginosità del quadro legislativo sul quale bisognerà intervenire. Ma anche per il profilo contenutistico che si intenderebbe dare ai cambi di destinazione d’uso del beni in discussione. Senza contare che tra le opere incompiute. e di cui si parla poco, ci sono anche i famosi “contratti di quartiere”, in piedi da oltre un decennio, promossi e coordinati dallo stesso ministero delle Infrastrutture, e per oltre la metà ancora fermi al palo.

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