Tasse alle prostitute: così le Marche potrebbero fare da apripista

26 Dic 2014 20:15 - di Valeria Gelsi

L’argomento periodicamente torna a fare capolino nel dibattito politico: perché non tassare la prostituzione? A livello nazionale, però, tra polemiche, provocazioni e riflessioni di carattere etico la discussione finisce sempre per arenarsi sul nascere. Ma dalle Marche arriva l’iniziativa di un consigliere regionale che ha deciso di passare ai fatti a livello locale, presentando un emendamento alla finanziaria regionale che punta a istituire il nuovo “capitolo d’entrata”.

In linea con la legge e la Costituzione

Si tratta del consigliere di Fratelli d’Italia Roberto Zaffini, che presenterà l’emendamento sabato, appellandosi tanto all’«ordinamento giudiziario italiano» quanto alla Costituzione. Nel primo, ha ricordato Zaffini, «la prostituzione non è oggetto di alcun divieto o proibizione», mentre la seconda, all’articolo 53, recita che «tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva». Per questo, secondo Zaffini, «è indubbio che il fenomeno meriti un’apposita regolamentazione anche sotto il profilo fiscale».

Un registro regionale degli «esercenti»

Anche per quanto riguarda il tema della competenza sulla materia e della possibilità di introdurre una tassazione che a livello nazionale non esiste, Zaffini si è rifatto alla Carta che recita che le Regioni «stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri». Nell’emendamento si chiede che l’Ente istituisca un Registro regionale obbligatorio degli «esercenti attività di prostituzione e il pagamento di una tassa fissa per l’iscrizione e di una tassazione sulla base di un’aliquota del 23% sui proventi».

Un introito stimato di 60-70 milioni

L’introito annuo stimato per le Marche «si configurerebbe intorno ai 60-70 milioni di euro che – ha spiegato il consigliere – potrebbero essere destinati a un fondo per interventi a sostegno di disoccupati, famiglie in difficoltà, contributi al turismo e al commercio completamente azzerati in questa finanziaria e per accelerare la riduzione di alcuni tributi regionali, come il bollo auto».

Lo chiedono anche le prostitute

E chi “esercita” cosa ne pensa? Nelle Marche, per ora, non è dato sapere, ma non sono stati i rari in cui la richiesta di essere tassate è arrivata dalle dirette interessate. Talvolta anche con forme clamorose di protesta, come quelle messe in atto da Efe Bal, una trans, già vincitrice di concorsi di bellezza per la “categoria”, che si è presentata in bikini allo sciopero generale del 12 dicembre  e che in febbraio si spogliò nuda davanti alla sede del Corriere della sera, chiedendo di poter pagare le tasse per assolvere ai propri doveri in modo da potersi poi vedere riconosciuti anche i diritti.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *