Cicchitto ha già condannato Alemanno. Ma non era un super garantista?

13 Dic 2014 20:08 - di Laura Ferrari

Fabrizio Cicchitto ha già scritto la sentenza dell’inchiesta romana. «Una parte del sistema Alemanno era organicamente legata a Carminati», taglia corto l’esponente del Nuovo centrodestra in un’intervista a Il Tempo.  Garantista “senza se e senza ma” dai tempi del Psi di Bettino Craxi passando per Forza Italia e Silvio Berlusconi, Cicchitto ora parla un’altra lingua. «Delle perplessità – ha attaccato l’ex presidente dei deputati del Pdl – sul modo di Alemanno di gestire il potere le avevamo ma erano perplessità politiche. Aggiungo che siamo stati tenuti, e ci siamo tenuti, lontano dalla gestione del potere reale». Quindi nessuna alleanza in vista di nuove elezioni per il Comune di Roma. Né tantomeno un sostegno a Giorgia Meloni, che pure aveva ricevuto il sostegno della collega di partito di Cicchitto, Nunzia De Girolamo. «Per il dopo-Marino il centrodestra moderato deve giocare la carta civica, la carta Marchini».

La replica di Schifone e Zinni

Dichiarazioni che lasciano il segno anche a livello nazionale. I consiglieri regionali campani di Fratelli d’Italia-An Luciano Schifone e Giovanni Zinni si dicono «sconcertati» non solo dalle dichiarazioni di Cicchitto, ma anche da quelle di Giovanni Toti, che sull’inchiesta romana ha già tratto conclusioni non solo politiche ma anche giudiziarie.  «Queste inchieste – ricordano Schifone e Zinni – riguardano vicende e personaggi che hanno attraversato almeno le ultime 4 amministrazioni del Campidoglio in un intreccio tutto da verificare, soprattutto per i coinvolgimenti politici che si sarebbero verificati nel centrodestra come nel centrosinistra. Eppure esponenti politici che hanno passato gli ultimi 20 o 30 anni a denunciare i complotti che hanno portato alla latitanza di Bettino Craxi o alle condanne di Silvio Berlusconi, improvvisamente diventano giustizialisti e forcaioli nell’attaccare la destra romana e in particolare il gruppo politico di Gianni Alemanno».

«Il principio garantista deve valere sempre»

Come fa l’onorevole Toti, chiedono gli esponenti di Fratelli d’Italia «ad asserire che Alemanno “di sicuro ha fatto errori politici e di valutazione molto gravi” e che è necessario un “passo indietro di chiunque sia anche soltanto sfiorato dall’inchiesta”,  o l’onorevole Cicchitto, i cui amici erano ampiamente rappresentati nella Giunta Alemanno, ad affermare che “una parte del “Sistema-Alemanno” era organicamente legata a Carminati?». Il paragone balza agli occhi. Alemanno, «a differenza di tutti gli esponenti di Forza Italia e del Ncd coinvolti in inchieste, si è immediatamente autosospeso da ogni incarico politico». Ma la contraddizione più evidente è un’altra e merita una domanda: «Il principio garantista di innocenza fino a sentenza definitiva per questi onorevoli rimane riservato solo ai loro amici?».

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