“Le toghe rosse non si toccano”: il Pd non è cambiato, il Ncd s’era illuso

6 Nov 2014 13:43 - di Franco Bianchini

La rivolta di Maurizio Sacconi dura solo qualche ora, giusto il tempo di dimettersi e di ritirare le dimissioni. Ma è una rivolta comunque significativa, perché finalmente anche il Ncd comincia a capire che è difficile, quasi impossibile, sperare in una presa di posizione forte del Pd sulle toghe. Toghe che vanno salvaguardate a tutti i costi, messe sull’altare e adorate. Non bastano le parole di Renzi (sono l’ennesimo bluff), alla fine i “democratici” si alleano persino con i grillini pur di mettere la giustizia sotto una campana. Ma andiamo con ordine.

Dimissioni date e poi ritirate

«La convergenza tra Pd e 5 Stelle in Commissione Giustizia su alcuni contenuti della legge sulla responsabilità civile dei magistrati – ha detto Sacconi – è grave e mette in discussione il patto di maggioranza. Pd e 5 Stelle hanno bocciato insieme un emendamento condiviso dal governo con il quale si voleva esplicitare che la nuova disciplina sulla responsabilità civile mantiene ferma quella della responsabilità contabile. Il fatto è così grave nel metodo e nel merito che richiede un chiarimento politico nella maggioranza. Per mia parte consegnerò in giornata il mio mandato di capogruppo». Passano alcune ore e arriva il dietrofront: «Ho avuto un proficuo colloquio con il premier Matteo Renzi. Mi ha telefonato per garantire il suo impegno a che non si producano mai maggioranze diverse da quella che sostiene il governo, sulla giustizia come su ogni altro contenuto legislativo». Intanto però la frittata è fatta, comodo intervenire dopo.

La sinistra fa un passo avanti e due indietro

«Saluto con gioia il risveglio dell’amico Sacconi che scopre quel che era chiaro da sempre. Sui temi della giustizia, infatti, si verifica un costante traffico tra i grillini e il Pd soprattutto nella competente commissione del Senato, con l’Ncd che talvolta si è visto costretto a fare da foglia di fico per la propria appartenenza al governo – ha detto Maurizio Gasparri – Ben venga la reazione annunciata da Sacconi se servirà a chiarire che il governo Renzi non vuole moderne e efficaci riforme della giustizia».

«Il Pd troppo spesso gioca sul filo dell’incidente per giustificare le sue sregolatezze e quelle del suo segretario-premier Matteo Renzi», ha commentato Renato Brunetta. «Quest’ultimo episodio, una convergenza vetero-giustizialista tra piddini e Movimento 5 stelle, in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, su un tema così delicato come la responsabilità civile dei magistrati, è solo l’ultimo di una lunga serie di scorrettezze politiche e istituzionali del Pd. Viene a galla, in modo inequivocabile, quello che Forza Italia denuncia da mesi. L’atteggiamento leonino con il quale il presidente del Consiglio porta avanti le trattative e le interlocuzioni, tanto con i suoi alleati di governo, quanto con chi dialoga con lui in merito alle riforme. Forza Renzi, continua che con questa impavida spavalderia andrai presto a sbattere».

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