Il Tar a Marino: «Le nozze gay restano nulle». E lui insiste: nuovo ricorso

4 Nov 2014 16:30 - di Giovanni Trotta
Cerimonia del 18 ottobre al Campidoglio

Marino non la spunta: il Tar del Lazio, almeno per il momento, dice “no” alla sospensione dell’atto con il quale il prefetto di Roma ha disposto l’annullamento delle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero. La richiesta delle coppie era cautelare, ovvero avanzata prima della notifica dei loro ricorsi. Con due decreti monocratici, il presidente della I sezione ter del tribunale amministrativo, ha respinto le richieste di due coppie gay che si erano rivolte ai giudici chiedendo una decisione provvisoria e urgente sull’annullamento delle trascrizioni, nonostante ancora i loro ricorsi siano in attesa della formale notifica.

Marino mastica amaro ma va avanti

Ma nonostante la sconfitta, il sindaco di Roma non si ferma, pur dopo l’annullamento delle sue trascrizioni di nozze avvenute all’estero da parte del prefetto, il 31 ottobre scorso: «Ho firmato il ricorso al Tar contro l’annullamento delle trascrizioni. Anche alcune coppie lo hanno fatto. In questo modo – spiega – vogliamo comprendere se effettivamente le indicazioni date dal ministro dell’Interno al prefetto di Roma hanno un valore giuridico. Se il punto di riferimento è una legge del 1995, che indica un pericolo per l’ordine pubblico i matrimoni tra persone dello stesso sesso noi riteniamo che questo pericolo non ci sia».

«Il sindaco smetta di agire contra legem»

Immediatamente il deputato e portavoce nazionale Ncd, Barbara Saltamartini ha invitato Marino «a risolvere i problemi a Roma e la smetta di agire contra legem su matrimoni gay. Solo il Parlamento può decidere su unioni civili», ha scritto la Saltamartini su twitter. Il ricorso al Tar è stato presentato con la tesi giuridica che «il decreto del Prefetto sia stato assunto in carenza assoluta di potere e risulta comunque viziato da incompetenza, nonché da eccesso di potere sotto varie figure sintomatiche», si legge in una oscura nota del Campidoglio che definisce l’atto «palesemente nullo, illegittimo, ed errato». Il comune capitolino ha chiesto infine la immediata sospensione degli effetti del provvedimento prefettizio, sino alla decisione sul merito del ricorso. Come si ricorderà, per il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro le trascrizioni firmate dal sindaco Marino dei 16 matrimoni gay contratti all’estero sono da ritenersi annullate.

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