Italiani conciati per le feste: rincarano perfino gli alberi di Natale
Aumenta l’acqua, arriva il canone Rai in bolletta, poi c’è l’ingorgo fiscale di fine anno, la Tasi, gli acconti Irpef, l’Iva e chi più ne ha più ne metta. È il Natale in casa Cupiello nell’era di Matteo Renzi, grandi sacrifici e qualche momento per godere che si trasforma in sacrificio e ansia per il futuro. Il quadro che emerge dalle stime delle associazioni dei consumatori descrive un’Italia in affanno anche sui piccoli bilanci preventivi delle festività natalizie: consumi in calo, pochi soldi in tasca.
Si spenderà ancora di meno
Il potere d’acquisto delle famiglie è in discesa e la crisi continua così ad incidere pesantemente sui consumi, condizionando in maniera significativa anche le spese per i regali natalizi: secondo le prime stime dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori (Onf), quest’anno la contrazione sarà del 6,2%. Ogni famiglia spenderà per i regali di Natale appena 125,70 euro. Nonostante ciò, sempre secondo le prime proiezioni dell’associazione insieme all’Adusbef, i prezzi dei prodotti tipici delle festività continuano a registrare aumenti, seppur contenuti, crescendo in media dell’1,2%. Ad aumentare maggiormente sono i costi degli alberi di Natale (+3%), degli addobbi (+2%) e dei prodotti alimentari (+1,9%)%. In controtendenza i prezzi degli articoli da regalo di ultima generazione, che segnano una contrazione del 2%. Non mancano le idee regalo low cost, con un budget al di sotto dei 20 euro, si va dalla cover per i cellulari all’infusore per il te’ fino al contapassi.
Il commercio è in ginocchio
Gli ottanta euro di Renzi? E chi li ha visti? I commercianti, a quanto pare, no. Le vendite al dettaglio continuano a registrare segno negativo, ”una flessione che rappresenta – secondo il Codacons – il colpo di grazia definitivo per il bonus da 80 euro in busta paga, introdotto dal Governo Renzi per risollevare i consumi e le sorti del commercio, ma che non ha prodotto il minimo effetto sull’economia del paese”. «La riduzione delle vendite dello 0,5% registrato dall’Istat è ancor più allarmante se si considera che già nel 2013 le vendite avevano segnato una diminuzione del 2,1% rispetto all’anno precedente – spiega l’associazione – I cali, dunque, si aggiungono ad altri cali, uccidendo il settore del commercio, portando i negozi al fallimento e alimentando la disoccupazione. I commercianti non potranno nemmeno fare affidamento sulle spese di Natale, per le quali le famiglie italiane prevedono una contrazione media dei consumi del -5%». Secondo il Codacons, servono misure ad hoc per far riprendere le vendite. Ma da quell’orecchio il governo, a quanto pare, non vuol sentire.