La lezione del Papa: una mancia qua, una tangente là ed è corruzione

7 Nov 2014 14:19 - di Paolo Lami

«Un giorno una mancia qua, l’altro giorno una tangente là, a poco a poco si arriva alla corruzione». E succede anche ai «cristiani verniciati». Con la solita schiettezza che lo contraddistingue e che ne ha fatto un’icona mediatica, Papa Francesco ammonisce, durante l’omelia della messa a Santa Marta, i «cristiani mondani», «pagani con due pennellate di cristianesimo», «abituati alla mediocrità» e che, invece di essere «cittadini dei cieli», sono attaccati al denaro.
Una schietta sferzata, condita di ironia, con la quale Papa Bergoglio spinge i veri cristiani ad interrogarsi per comprendere se si hanno «elementi di mondanità» tali da connotarsi come «nemici della croce di Cristo, pagani con due pennellate di vernice di cristianesimo, così appaiono come cristiani, ma sono pagani».

Il rischio della vanità dei cristiani “verniciati”

«Anche oggi – ammonisce il Pontefice – ce ne sono tanti! Anche noi dobbiamo stare attenti a non scivolare verso quella strada di cristiani pagani, cristiani nell’apparenza. E la tentazione di abituarsi alla mediocrità, la mediocrità dei cristiani, di questi cristiani, è proprio la loro rovina, perché il cuore si intiepidisce, diventano tiepidi».
Papa Francesco ha preso le mosse dalla lettera di Paolo ai filippesi spiegando che quando Paolo parla della «cittadinanza» dei cristiani «la nostra cittadinanza è nei cieli, quella» dei cristiani pagani «è terrena. Sono cittadini del mondo, non dei cieli».
Di qui l’esortazione ai cristiani a verificare se si hanno «elementi di mondanità»: «Mi piace vantarmi? Mi piacciono i soldi? Mi piace l’orgoglio, la superbia? Dove ho le mie radici, cioè di dove sono cittadino? Nel cielo o sulla terra? Nel mondo o nello spirito mondano? La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo, come Salvatore, il Signore Gesù Cristo. E la loro? La loro sorte finale sarà la perdizione! Questi cristiani verniciati finiranno male … Ma guardate alla fine: dove ti porta quella cittadinanza che tu hai nel tuo cuore? Quella mondana alla rovina, quella della Croce di Cristo all’incontro con Lui».

L’amministratore che truffa e ruba al padrone

Bergoglio indica alcuni segni «nel cuore» che mostrano che si sta «scivolando verso la mondanità»: «Se tu ami e se tu sei attaccato ai soldi, alla vanità e all’orgoglio – ammonito papa Francesco – vai per quella strada cattiva», se, invece, «tu cerchi di amare Dio, di servire gli altri, se tu sei mite, se tu sei umile, se tu sei servitore degli altri, vai sulla buona strada. La tua carta di cittadinanza è buona: è del cielo!». L’altra, al contrario, «è una cittadinanza che ti porterà male».
Dopo la lettera ai filippesi, papa Francesco ha commentato la parabola dell’amministratore che truffa il padrone. «Come è arrivato questo amministratore del Vangelo a questo punto di truffare, di rubare al suo signore? – si è chiesto il Papa – Come è arrivato, da un giorno all’altro? No! Poco a poco. Un giorno una mancia qui, l’altro giorno una tangente là e così poco a poco si arriva alla corruzione. Il cammino della mondanità di questi nemici della Croce di Cristo è così, ti porta alla corruzione! E poi finisce come quest’uomo, no? Apertamente rubando…».
Non è la prima volta che Bergoglio affronta l’argomento corruzione. Già nel marzo scorso, alla Messa mattutina nella Basilica di San Pietro fece una dura predica ai parlamentari accorsi lì. Li fustigò, fece, apertamente, un discorso contro la Casta. Parlò di «sepolcri imbiancati», di «lotte interne» e di «corruzione». Fu una reprimenda terribile. Che lasciò di stucco e amareggiati molti politici.

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