«Arrestate i fascisti»: è l’unica risposta del Pd alla rivolta popolare di Roma

15 Nov 2014 17:15 - di Girolamo Fragalà

Riecco lo schema: c’è una rivolta popolare, esplode il disagio, vengono fuori tutti gli errori di Marino, le notizie della protesta a Roma fanno il giro del mondo e il centrosinistra sa rispondere solo con la “paura dell’uomo nero”, il “fascista” che agisce dietro le quinte, che fomenta, che fa violenza. “Arrestate il fascista”, è l’unica cosa che sanno dire. Non una parola di solidarietà ai cittadini esasperati che subiscono da mesi uno stato di frustrazione e di tensione, aggressioni e furti. L’unico gioco è quello, trovare il colpevole, la strega da bruciare. Basta poco. La marcia delle periferie romane? Le agenzie battono la notizia: un paio (sì, proprio così, un paio) di saluti romani hanno accompagnato l’Inno di Mameli. E poi arriva Roberto Morassut, deputato del Pd, che subito la getta lì: «Fino ad ora la presenza dei cittadini extracomunitari a Tor Sapienza non aveva destato particolari problemi. Poi si è innescata una protesta nella quale hanno agito in tutta evidenza elementi provocatori di estrema destra. Queste circostanze debbono essere chiarire dal ministro Alfano in aula». Quadro perfetto, dagli al fascista e risolviamo la situazione.

A replicare è la gente del quartiere

La migliore risposta a queste ricostruzioni della sinistra la danno i residenti del quartiere: «Ci sentiamo come degli stranieri in casa nostra, siamo circondati da immigrati, nomadi, trans, russi e altre persone di tutte le altre etnie. Ci sentiamo come gli apache», afferma Tullio, un imprenditore che abita nella parte storica di Tor Sapienza. «C’è da ammirare queste persone che sono scese in piazza per rivendicare i propri diritti. Prima Tor Sapienza era la migliore borgata di Roma, ora invece fa paura. Recentemente ho chiesto di riavere il porto d’armi che mi serviva quando andavo in giro per affari di lavoro». Con lui anche un altro cittadino della parte storica del quartiere, Guido, che ha sottolineato: «Siamo venuti qui per elogiare questi abitanti, hanno reagito bene. Qui siamo saturi, non si vive più».

Le proposte per “liberare” Tor Sapienza

Parla Manlio, rappresentante degli abitanti di viale Giorgio Morandi, nel quartiere Tor Sapienza: «Ha vinto la civiltà. Abbiamo presentato alcune proposte a Marino: siano mandati via i trans, sgomberati i locali occupati dai cittadini romeni che vivono nei sottoscala pagando l’affitto in nero a un parroco di una chiesa ortodossa. Chiediamo ila riqualificazione dell’intero comprensorio della strada e che siano amandati via i nomadi dal campo di via Salviati». Già, il campo rom di via Salviati, contro il quale i residenti già erano scesi in piazza per urlare la loro rabbia. Un urlo rimasto inascoltato. Come al solito. Senza l’uomo nero. Senza i manganelli. Ma con le manganellate politiche di un centrosinistra che ha fallito e che cerca di chiudersi nel suo castello.

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