Regioni, la rivolta continua. L’ira di Chiamparino: “Matteo, basta tweet, ascoltaci”. Gasparri all’attacco della manovra
«Basta tweet: #tagli è tema complesso ma risolvibile se ci incontriamo con MEF e Presidenza del Consiglio». È il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Champarino, a capeggiare ancora la rivolta contro i tagli decisi dal governo Renzi. Chiamparino ironizza, dal proprio profilo Fb, sull’ondata di tweet con cui il premier crede di mettere a tacere il dissenso, anche quello dei governatori, che invece non mollano e sono pronti a consegnare le chiavi dei propri enti a Palazzo Chigi in segno di protesta. Come Nichi Vendola: «Mi ricordo che il ministero di Giustizia ha speso un miliardo per progetti di informatizzazione che sono falliti. La Regione Puglia ha speso quattro milioni di euro per un progetto di dematerializzazione del fascicolo giudiziario che è pronto, funziona e può rivoluzionare l’intero sistema dell’informatizzazione», ha spiegato oggi il presidente della Regione Puglia, facendo un esempio pratico rispetto all’invito, arrivato da Renzi, a ridurre gli sprechi invece di lamentarsi dei tagli previsti dalla legge di stabilità. «Diciamo – ha concluso Vendola – da quale cattedra viene questa lezione irricevibile».
«Se resta così la legge di Stabilità avrà conseguenze catastrofiche in Lombardia», ha invece annunciato il presidente lombardo Roberto Maroni, spiegando che da una prima valutazione “si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali, l’aumento dei ticket, delle addizionali Irap e Irpef e tagli a infrastrutture e trasporti”. Sul fronte parlamentare, è Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, ad andare all’attacco della legge di stabilità. «Appare chiaro l’inganno. Si finge di tagliare da un lato, si supertassa dall’altro. Vengono danneggiati i fondi previdenziali dei professionisti, c’è un grande imbroglio sul Tfr che verrebbe tassato molto di più se incassato in anticipo. Ma si profila anche il grande tradimento del comparto sicurezza-difesa».