L’Australia difende le proprie coste: «Clandestini, vi respingeremo. Questa non sarà mai casa vostra»

14 Ott 2014 19:24 - di Antonio Pannullo

Quando si dice “sbarcare informati”: «L’Australia non sarà mai la vostra casa». L’avvertimento del governo di Canberra è rivolto a quegli immigrati clandestini che tentano di arrivare in Australia con natanti, ma soprattutto senza avere il visto. Che in Australia sia difficile entrare senza un lavoro è una cosa troppo nota per doverla qui ricordare. Ma lo spot che da qualche mese Canberra rivolge a coloro che pensano di arrivare clandestinamente merita di essere analizzato. Tenendo presente il fatto che l’Italia è l’unica nazione al mondo che utilizza la sua marina militare per farsi invadere, andando addirittura a cercare i barconi e le carrette del mare lungo le coste maghrebine, il comportamento austrialiano ci sembra molto più serio, perché l’atteggiamento è ben spiegato: «Non c’è modo», avvisa il manifesto in caratteri cubitali, titolo sotto a cui si precisa appunto che «l’Australia non sarà mai la vostra casa». E sotto si spiega a chiare lettere che chiunque avesse intenzione di raggiungere illegalmente il Paese via mare è bene che rinunci, perché l’Australia ha preso le più dire misure per la protezione dei confini. In pratica, dice ai potenziali clandestini, «se prendi una barca senza permesso di soggiorno, non metterai mai piede in Australia; ogni imbarcazione che tenta di entrare illegalmente sarà intercettata e respinta dalle nostre acque; e attenzione, queste regole valgono per utti, comprese donne e bambini, perché non importa chi sei o da dove vieni (anzi, diciamo noi, da dove dici di venire, ndr); e conclude così: «Ripensaci, prima di buttare i tuoi soldi, i trafficanti (di esseri umani) mentono, l’Australia non sarà mai la tua casa». Insomma, come si vede, scritto bene. Non è come in Italia (e solo in Italia), dove la Marina militare va a scovare uttti i clandestini con la scusa di un generico concetto di accoglienza (salvo poi scoprire che quest’accoglienza, nei fatti, porta alla schiavitù). È evidente che anche chi non era intenzionato a partire, poi parte. Resta il mistero di dove persone che hanno una situazione economica spaventosa trovino una somma che nei loro Paese li potrebbe far vivere comodamente per dieci anni… Detto questo, non c’è poi bisogno di arrivare dall’altra parte del pianeta per usare il buon senso nei confronti dei clandestini: nella vicinissima Spagna, che – guarda un po’ – fa anche parte dell’Unione europea, il governo ha da sempre una politica dell’immigrazione intelligente e non autolesionista. La Guardia Civil respinge con decisione i migranti che tentano di violare la legge entrando senza permesso, e muri e fili spinati difendono i confini di Madrid da un’invasione. Un’invasione che in Italia è realtà da troppo tempo. Sì, perché occorre anche guardare al di là del proprio naso: l’Australia, prevedendo quel che potrebbe accadere, ha dato il via libera a partecipare ai raid contro i fondamentalisti dell’Isis, e la polizia lancia regolarmente massicce operazioni antiterrorismo per individuare e sgominare nascenti cellule terroriste. Poiché non sfugge a nessuno, se non al governo italiano, che con i barconi insieme agli altri entrano sicuramente jihadisti, ecco che è meglio agire anche in questa direzione. Questo accade perché sono gli australiani che considerano quello che li circonda un mare veramente loro. Altro che “Mare nostrum”…

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