La Svezia “legittima” lo Stato palestinese. Gli Usa si mettono di traverso: «No, è prematuro»
L’Europa alza la voce con Israele per i nuovi progetti edilizi nei Territori occupati nel giorno in cui la Svezia annuncia un riconoscimento formale dello Stato di Palestina nei confini del 1967: è il primo Paese occidentale dell’Ue a farlo che si aggiunge a 6 dell’ex blocco sovietico (Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Bulgaria e Romania) e a Malta e Cipro. Due avvertimenti di peso e rilievo diverso, che appaiono tuttavia entrambi una risposta ai recenti, ulteriori appalti autorizzati dal governo Netanyahu nel settore orientale di Gerusalemme: quello a maggioranza araba, occupato e poi annesso dallo Stato ebraico contro il volere della comunità internazionale. Appalti che il servizio diplomatico dell’Ue condanna con toni durissimi come «un nuovo passo molto dannoso, che mette in dubbio l’impegno di Israele per una soluzione pacifica e negoziata con i palestinesi». La presa di posizione, riferita in particolare ai 2.610 alloggi autorizzati giusto due giorni fa a Gerusalemme est, arriva poche ore prima che il nuovo governo socialdemocratico di Stoccolma, fresco di vittoria elettorale, annunci l’intenzione di riconoscere a pieno titolo lo Stato Palestina. Un annuncio che del resto non coglie di sorpresa Bruxelles: «L’Ue ha sempre detto che avrebbe riconosciuto lo Stato Palestinese quando sarà il momento appropriato. Il riconoscimento – spiega un portavoce all’Ansa – è di per sé nella competenza degli Stati membri». Mentre da Washington la Casa Bianca critica la decisione di Stoccolma: secondo gli Stati Uniti, ogni riconoscimento dello Stato palestinese è in questo momento «prematuro», ha dichiarato la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Jen Psaki.