Grillo, fifa e arena: Cinquestelle al Circo Massimo tra spaccature interne e paura del grande flop
Nessuno lo dice esplicitamente, ma il timore del flop è grande alla vigilia dell’adunata del M5S, in programma al Circo Massimo fino a domenica: «Per i fondi ci eravamo posti una asticella più alta», ammette l’ex capogruppo alla Camera Roberta Lombardi facendo riferimento ai 260mila euro raccolti finora per l’adunata che, nelle intenzioni degli organizzatori, doveva essere oceanica. Finora, però, di imponente c’è stato solo il tam tam su internet di Grillo e della Casaleggio associati, che hanno cercato di convincere i simpatizzanti a sborsare soldi per l’evento. Obiettivo 500mila euro, si legge ancora sul banner pubblicitario. Obiettivo che, a poche ore dall’inizio della manifestazione, è improbabile venga raggiunto. Quella della Lombardi, che è responsabile dell’organizzazione di Italia5Stelle non è la sola voce allarmata. «Questo è uno dei momenti più duri, più difficili per noi», confida al Corriere della Sera, Paola Taverna. «Ho l’impressione che le cose che facciamo in Parlamento –prosegue la senatrice grillina – non riescano a passare fuori. Renzi sta asfaltando tutto, non ci lascia spazi, la gente ci dice che non stiamo cambiando le cose: ma noi siamo opposizione, non abbiamo la possibilità di far passare le leggi ora». La senatrice grillina è perplessa pure sull’eventualità che nella tre giorni possa venire consacrato come nuovo leader Luigi di Maio: «Additarlo a leader è un modo per farlo fuori, per isolarlo. I media si innamorano di certe definizioni: il leader, la pasionaria. Ma noi dobbiamo proteggerlo: alla manifestazione non ci sarà alcuna investitura». E mentre al Circo Massimo sono annunciate le presenze (sul palco di Edoardo Bennato) e tra il pubblico di Antonio Di Pietro («Verrò sabato per testimoniare la mia solidarietà a un movimento ingiustamente criminalizzato»), la grande attesa è per i colpi di scena annunciati dal padre padrone del M5S. Verrà in biga, come annunciato in uno spot, o escogiterà un’altra trovata a effetto per il suo comizio? Tra gli assenti, spiccano i nomi dei politici che hanno rischiato di offuscare il nome del padre padrone del Movimento. A cominiciare dal sindaco di Parma, Pizzarotti, da tempo in dissenso con la linea di Grillo e di Casaleggio. Tra gli assenti anche Lorenzo Battista, eletto al Senato con i grillini e ora fuori dal gruppo. «Io sono entrato nel Movimento con degli ideali – dice alla Stampa – e poi il M5S s’è rivelato altro. La democrazia dal basso dov’è? Il M5S non è quello che diceva di essere».