Concordia, la verità “a rate” di Domnica: «Un elicottero della Costa portò via un oggetto dalla nave»

1 Ott 2014 14:02 - di Redazione

Per il comandante De Falco è una bufala, «un’ipotesi da non prendere neanche in considerazione». Per la ballerina Domnica Cemortan, la moldava che era con Schettino la sera del naufragio della Concordia, invece, non c’è dubbio: un elicottero si avvicinò alla Concordia che stava affondando e avrebbe prelevato «un oggetto». «Non l’ho visto personalmente – spiega a Mattino Cinque su Canale5 la donna – ma me lo ha detto chi aveva il contatto diretto con l’elicottero». Il “chi” poi assume le sembianze, secondo la ballerina, di un ufficiale della Costa, collaboratore di Schettino nel naufragio della Concordia, che lavorerebbe ancora in Costa Crociere e sarebbe stato addirittura promosso.
Incalzata dalle domande della giornalista, Domnica Cemortan spiega: «Questo non è stato un incidente di bicicletta ma di una grande nave», ci sono più «persone responsabili». In particolare «questa persona sarebbe un primo ufficiale, dopo il capitano: al momento dell’ impatto lui lavora col capitano. Dopo questo momento, non l’ho visto più sul ponte, io non so dove» fosse andato «perché quando il capitano dice di abbandonare la nave, lui non c’è più».
«Voglio anche dire – aggiunge la ballerina moldava – che questa persona oggi lavora in Costa e il suo grado è più…». «Vuol dire che è stato promosso?», le viene chiesto. «Sì» e «come può essere promosso una persona che è stata responsabile col capitano, la persona dopo il capitano, il primo ufficiale. Non posso capire, per me non è normale». Forse perché «questo oggetto è importante», si allude ancora nella trasmissione tv. Ad ogni modo, prosegue la moldava, «questa persona non è stata sentita in aula, non l’ho vista. Io ho visto il procuratore, io ho visto le persone sentite dopo di me. Penso che sia stato ascoltato, ma non in aula». Quanto a lei nessuno le ha mai chiesto che cosa avesse visto.
«Erano interessati che ero bionda, moldava, straniera ma nessuno mi ha chiesto se ho visto qualcosa» eppure «sono stata interrogata sei ore». Per la moldava l’elicottero sarebbe dunque arrivato per prelevare «qualcosa». Ma su questo “qualcosa” la donna non si sbilancia.
La Cemortan non avrebbe visto l’oggetto sulla nave, ma di questo gli ha riferito appunto l’ufficiale della Costa che lo prelevò dall’elicottero atterrato al Giglio. Si tratterebbe di un oggetto di un certo ingombro, ha riferito senza specificare di cosa si trattasse. La moldava ha anche riferito che Schettino condusse lei e Ciro Onorato, fratello dell’allora dg di Costa, sul ponte 11 mentre la nave stava affondando.
Ma c’è di più: Schettino, secondo la donna «aveva dato una cosa che aveva tenuto». La moldava ci tiene però a sottolineare che «io non ho visto nessun elicottero. Ma un elicottero arrivò, da compagnia, su isola. Questo elicottero è arrivato più tardi, due ore più tardi» di quando era stata condotta da Francesco Schettino, col maitre Ciro Onorato, sul ponte 11.
«Chi le ha detto dell’elicottero cosa le ha anche detto?», insiste la giornalista di Canale5. La donna risponde che la persona che ha avuto contatto diretto con l’elicottero sarebbe «la stessa che ha preso qualcosa della nave da mettere sull’ elicottero. C’erano molti feriti sulla Concordia, ma in quel momento si doveva prelevare qualcosa. Io – aggiunge – ho visto questo oggetto dopo, sull’isola. Ho visto dopo tutto. E questa persona mi ha detto che «bene, a posto, aveva dato la cosa che lui aveva tenuto».
Questa persona teneva con le mani l’oggetto? viene chiesto alla ballerina. «No, perché è un oggetto grande. Ma io non sono un giudice per parlare di queste cose».
Fatto sta che, rivela ora la donna, «sono stata chiamata dalla compagnia» Costa Crociere «per parlare con loro, in ufficio. C’erano molte persone, avvocati e ufficiali. Mi hanno chiesto cosa avessi visto» la sera del naufragio al Giglio. Insomma nessuno, nell’inchiesta e al processo, le ha mai chiesto qualcosa in proposito all’oggetto misterioso che, a suo dire, sarebbe stato prelevato dalla Concordia che affondava. Nessuno, tranne la compagnia di navigazione.
Avvocati e ufficiali di Costa Crociere «volevano essere sicuri di cosa avessi visto», dice la donna riguardo la convocazione presso gli uffici della compagnia di navigazione. Riguardo all’oggetto, nell’intervista tv si parla prima di una scatola, poi di una borsa ma la Cemortan non specifica mai in modo esatto di cosa si trattasse anche se dà certezza su questo trasporto dalla nave nelle fasi convulse del naufraggio.
«Un’ipotesi da non prendere neanche in considerazione», assicura il capitano di fregata Gregorio De Falco che la sera del naufragio coordinava la sala operativa della capitaneria di porto di Livorno intervenuta per l’emergenza.
Quanto alla giustizia italiana, la Cemortan assicura di aver detto «tre volte questa cosa che eravamo andati al ponte 11, io, Schettino e Ciro Onorato. L’ho detto alla Procura e al Tribunale, al processo. Loro mi domandano, io rispondo, ma poi cambiano domanda. Per la Procura non sono cose importanti. Ma per me importanti, le persone, le vittime devono sapere, voglio far capire alle persone che di questo incidente ci sono cose nascoste, celate. Sono tante. Questo è solo il momento di quando siamo andati al ponte 11 ma ce ne sono altri», conclude Domnica lasciando intendere di poter parlare.

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