Appalti sospetti ad Expo 2015: arrestato l’ex manager Acerbo
L’ex manager di Expo, Antonio Acerbo, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sull’Expo condotta dalla Procura di Milano. Ad Acerbo un mese fa era stata notificata un’informazione di garanzia per corruzione e turbativa d’asta, reati, secondo l’ipotesi d’accusa, commessi a Milano tra il 2012 e il luglio del 2013 in relazione all’appalto per le Vie d’Acqua (un anello verde-azzurro fatto d’acqua, percorsi e piste ciclabili, che si allarga attorno a Milano e che è uno degli elementi caratteristici di Expo Milano 2015). Sotto la lente degli inquirenti erano finiti alcuni contratti di consulenze sospette tra cui quello fatto ottenere al figlio (ora indagato per riciclaggio) da circa 30 mila euro. Per l’indagine dei pm di Milano, Acerbo, in cambio di consulenze per il figlio, avrebbe imposto la Tagliabue nell’Ati guidata dalla Maltauro, e creato il bando per le Vie d’Acqua, poi da lui assegnato alla cordata “amica”.
Agli atti dell’inchiesta ci sarebbe anche la confessione dell’ad della società Tagliabue, Giuseppe Asti. Il quale, indagato e interrogato, avrebbe parlato della promessa di una consulenza da assegnare al figlio di Acerbo. Nei giorni scorsi Acerbo si era dimesso dalla carica di subcommissario Expo e da quella di responsabile del Padiglione Italia. Sono tre le persone nei cui confronti è stata emessa l’ordinanza di misure cautelari degli arresti domiciliari: oltre ad Acerbo, Giandomenico Maltauro, dipendente della società Maltauro Spa, cugino dell’imprenditore Enrico Maltauro, ed Andrea Castellotti, manager di Padiglione Italia Expo 2015, già direttore commerciale della società Tagliabue. Per gli stessi reati (turbativa d’asta e corruzione) «si procede – informa una nota del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati – in stato di libertà, nei confronti di Enrico Maltauro», l’imprenditore vicentino arrestato lo scorso maggio nel primo filone dell’inchiesta sull’Expo, quello con al centro la cosiddetta “cupola degli appalti”. Per questo filone i pm Gittardi e D’Alessio hanno chiesto già il processo con rito immediato a carico di sette persone, tra cui l’ex funzionario Pci Primo Greganti, l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio e l’ex senatore Fi Luigi Grillo. Lo scorso 17 settembre, invece, erano state effettuate le prime perquisizioni nella nuova tranche dell’indagine con un’informazione di garanzia a carico di Acerbo.