Retata di “reclute” dell’Isis in Spagna e Inghilterra

26 Set 2014 12:57 - di Redazione

Sono stati fermati in Spagna e in Inghilterra gli ultimi arruolatori e combattenti della jihad, in procinto di partire o di ritorno dalle zone “calde” di guerra: Siria e Iraq. Nove persone, accusate di terrorismo e di appartenenza a una cellula jihadista collegata allo Stato islamico (Isis), sono state arrestate all’alba a Melilla e Nador, in un’operazione ancora in corso di svolgimento, coordinata dall’alto tribunale dell’Audiencia Nacional. Secondo fonti del ministero dell’Interno, fra gli arrestati – 8 di nazionalità marocchina e 1 spagnolo – ci sarebbe anche il presunto capo della cellula che operava fra Melilla, l’enclave spagnola in Marocco, e Nador, nel sud-est del territorio magrebino. Si tratta di un ex militare dell’esercito spagnolo. Secondo fonti investigative citate dall’agenzia Efe, l’uomo, di nazionalità iberica e originario di Melilla, è già stato in Mali e in altre zone di conflitto come “soldato” della Jihad, e sarebbe stato incaricato di trovare nuovi combattenti da arruolare per l’Isis.

E, in linea con quanto sta accadendo in Spagna in queste ore, anche in Gran Bretagna sono state fermate altre due persone in quanto sospettate di appartenere, o di dare appoggio, a gruppi jihadisti. A renderlo noto è stata la polizia inglese stessa, precisando che si tratta di due uomini di 33 e 42 anni, presi sull’autostrada M6, e attualmente in custodia a Londra. Già giovedì, comunque, nove uomini erano stati arrestati perché sospettati di far parte del gruppo al Muhajiron (Musulmani contro i crociati) messo al bando nel 2011.

Casi diversi ma non isolati, purtroppo, confermati anche dalle stime ufficiali. Secondo quanto ribadito oggi alla Bbc dal coordinatore europeo dell’antiterrorismo Gilles De Kerkhove, sarebbero oltre 3.000 gli europei che si sono arruolati nelle file dell’Isis per combattere in Iraq e in Siria. E nel conteggio, già di per sé dai risvolti inquietanti, sarebbero inclusi anche i combattenti che sono poi rientrati in Europa e quelli che sono morti nei teatri di guerra. Un arruolamento ciclico e continuo, dunque, incrementato, secondo quanto argomentato da De Kerkhove, dagli attacchi aerei occidentali che, secondo il coordinatore europeo dell’antiterrorismo, non solo farebbero lievitare il numero di volontari pronti ad arruolarsi nelle file dell’Isis, ma farebbero aumentare anche il rischio di azioni di ritorsione in Europa.

 

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