Renzi: la sinistra è dove c’è innovazione, l’art. 18 non c’è nella Costituzione
“Vi propongo di votare con chiarezza al termine” della direzione “un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni”. È la proposta del premier Matteo Renzi alla direzione Pd, cui ha prospettato una “profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare”. Quindi ha ammonito la minoranza: “Non siamo un club di filosofi ma un partito politico che decide, certo discute e si divide ma all’esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta”. Renzi ha ricordato che la percentuale ottenuta alle europee è un mandato per il cambiamento: “Gli elettori con il 40,8% alle europee si sono affidati a noi con questo obiettivo. Ma non è tanto una percentuale o il numero assoluto dei voti a contare: è il fatto che gli italiani hanno detto al Pd ‘la devi cambiare tu l’Italia'”. Ha ancora difeso la scelta degli ottanta euro in busta paga e lo ha fatto polemizzando con l’editoriale del Corriere critico nei suoi confronti: “Ottanta euro sono un fatto di dignità prima ancora che di giustizia sociale e sono importanti per milioni di italiani e non per 100 editorialisti”. Entrando nel merito dell’articolo 18 ha detto che “il rispetto del diritto costituzionale non è nell’ avere o no l’art. 18, ma nell’avere lavoro. Se fosse l’art.18 il riferimento costituzionale allora perché per 44 anni c’è stata differenza tra aziende con 15 dipendenti o di più?”. Ha poi offerto uno spiraglio per conciliare le posizioni distanti: “L’attuale sistema del reintegro va superato, certo lasciandolo per il licenziamento discriminatorio e disciplinare”. Il premier è infine pronto a confrontarsi, a “sfidare” i sindacati su tre punti: “una legge sulla rappresentazione sindacale; la contrattazione di secondo livello e il salario minimo”. “La sinistra deve essere laddove c’è il cambiamento – ha concluso – non lascio ad altri l’esclusiva della parola sinistra. E’ di sinistra questa riforma se serve a difendere i lavoratori, il futuro e non il passato, tutti e non qualcuno che è già garantito”.
A nome della minoranza a Renzi ha risposto Gianni Cuperlo: “Hai davanti a te una parte del Pd che vuole innovare ma che non è disposta a rinunciare a una quota delle sue convinzioni. Trova una soluzione condivisa, fatti carico di questa parte del Pd, la forza di un leader non è tirare dritto ma motivare il suo popolo”.