Renzi, il giorno del bullismo: fa l’arrogante con i tutori dell’ordine e snobba gli imprenditori a Cernobbio

5 Set 2014 20:18 - di Mariano Folgori

Il potere talvolta logora anche (i nervi) di chi ce l’ha. È quello che sta accadendo a Matteo Renzi, che in una sola giornata ha dato vita a due atti di bullismo politico. Il primo, il più grave, nei confronti delle forze dell’ordine e delle loro rivendicazioni. Il secondo, più soft ma egualemente emblematico, verso gli imprenditori  che si riuniscono ogni anno nel forum Ambrosetti di Cernobbio. Questa la prezzante risposta del premier alle richieste dei tutori dell’ordine. «Toni decisamente inaccettabili, toni che fanno in alcuni casi venire meno la convinzione della volontà di alcuni rappresentanti dei sindacati di trovare un punto intesa. Se il tono è quello del ricatto, non lo accetteremo».  Quanto agli imprenditori, Renzi annuncia che non parteciperà al forum Ambrosetti con toni strafottenti: «Domani sarò a inaugurare una rubinetteria a Brescia, sarò lì dove le imprese investono, ne girerò tante. Le polemiche sulle assenze e le presenze ad appuntamenti come quello di Cernobbio, anche  rispetto alle situazioni internazionali di cui abbiamo parlato non le capisco».

Pronta la risposta di sindacati di polizia e Cocer. «Le giuste rivendicazioni  – affermano in una nota congiunta –  non sono ricatti. Non abbiamo richiesto alcun aumento stipendiale attraverso il rinnovo dei contratti, in considerazione della scelta, non condivisa, di procrastinare tutti i rinnovi contrattuali dei lavoratori pubblici a causa dei problemi di ordine finanziario nonostante la nostra specificità lavorativa, ma la rimozione del tetto salariale. Il tetto salariale  è quell’infernale meccanismo per cui ciascuno non può guadagnare più di quanto guadagnava nel 2010».

Tra gli imprenditori, è Alberto Bombassei a esprimere il rammarico più forte per il forfait di Renzi al forum Ambrosetti. «L’idea di snobbare Cernobbio mi pare un po’ esagerata , lì  non c’è alcun salotto buono , ci sono molti imprenditori che durante la settimana indossano la tuta blu come i loro dipendenti. Nessuno va a Cernobbio per accordarsi su una prossima scalata finanziaria. Ci si va per capire meglio quello che accade».

Dal fronte politico, arrivano a Renzi numerose critiche, soprattutto per la sua arroganza verso i tutori dell’ordine. Uno dei commenti più duri è quello di Giorgia Meloni. «Questo Governo con arrogante superficialità ha mortificato le donne e gli uomini in divisa, strumentalizzando le loro richieste e minacciandoli di desistere dalle stesse. Questo è doppiamente indegno perché il presidente Renzi e il ministro Madia, mentre da un lato hanno dato palese dimostrazione di non conoscere né dal punto di vista tecnico né da quello politico la sostanziale e evidente differenza che esiste tra blocco della contrattazione  e  blocco della massa salariale, dall’altro hanno posto in essere un ricatto che non ha come destinatari solo le Forze di Polizia e le Forze Armate bensì tutti gli italiani».

Duro anche il commento di Mara Carfagna: «I toni usati da Renzi sono fuori luogo. Non è accettabile che il premier definisca “ricatto” la richiesta legittima di chi, in tutta la sua storia, non ha mai scioperato. Capiamo l’esigenza del premier di mostrarsi forte in un momento in cui è debole, ma mostrare i muscoli a chi tutela la nostra sicurezza è uno sgarbo che offende il Paese. Ricatto é lasciare nel limbo chi da tempo chiede risposte che non arrivano”.

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