L’incendio al poligono sardo: «La Pinotti si dimetta»
Non si placano le polemiche in Sardegna all’indomani dell’incendio scoppiato in un’area sulla costa sud occidentale dell’isola dove sorge il poligono militare
di Capo Frasca, in un periodo estivo con tanti turisti ancora sulle spiagge. Dopo le accuse del deputato di Unidos, Mauro Pili, che ha parlato per primo dell’esplosione di una bomba, e la dura presa di posizione del presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, che ha parlato di fatti inconcepibili, stigmatizzando il comportamento del ministero della Difesa che avrebbe ridimensionato quanto accaduto e vietato l’ingresso nel poligono militare agli uomini del Corpo Forestale della Sardegna intervenuti per domare le fiamme, l’Aeronautica Militare ha precisato, in una nota, che «alle ore 14 il personale del Corpo
Forestale, costituito da due unità, si è presentato sul sedime con un singolo mezzo sprovvisto di sistemi di estinzione ed è stato prontamente accompagnato dal personale di servizio sulle aree oggetto dell’incendio, da dove sono state coordinate le operazioni aeree. Durante il corso delle operazioni, in una delle aree interessate dalle fiamme – spiega l’Aeronautica militare – è stata innescata una fumata da segnalazione che ha sviluppato un lampo e rilasciato una modesta quantità di fumo senza alcuna esplosione. L’evento ha destato una iniziale preoccupazione subito dissipata dalle spiegazioni del personale esperto di armamento dell’Aeronautica Militare presente. Le operazioni di spegnimento, che hanno visto impiegato un singolo elicottero, un mezzo di trasporto e due uomini, sono terminate alle ore 18,45 e si sono svolte esclusivamente per via aerea causa inaccessibilità dei luoghi». «Il ministro Roberta Pinotti ha un solo modo per scusarsi con la Sardegna per il grave episodio di Capo Frasca: dimettersi». Lo chiede l’ex presidente della Regione e consigliere di Forza Italia, Ugo Cappellacci, che prosegue: «È ancora fresco il ricordo della sua recente missione balnear-istituzionale nell’isola, in cui con ottusa rigidità, seppur in politichese, ha dichiarato che nella sostanza il governo se ne infischia delle richieste della Sardegna. Se allora bastò un suo tweet per rispedire a cuccia il presidente Pigliaru, incredibilmente snobbato durante la gita della Pinotti nell’isola, non pensi che questo valga per tutti i sardi. Ribadiamo la necessità che le decisioni sulle servitù siano prese in una conferenza regionale, da convocare in Sardegna, con la piena partecipazione della Regione e dei Comuni. Non siamo antimilitaristi e non ce l’abbiamo con gli uomini e le donne che portano la divisa e servono la patria – prosegue l’ex governatore sardo – La nostra rabbia è tutta indirizzata verso politici e burocrati che ancora non vogliono capire che le servitù devono essere radicalmente ridimensionate e che le decisioni devono essere prese con chi rappresenta il territorio. La Pinotti ora tolga il disturbo e lasci spazio a persone più competenti e più inclini al dialogo».