I genitori di Asya King saranno rilasciati, Spagna e Inghilterra fanno dietrofront: tornino accanto al bimbo

2 Set 2014 18:34 - di Redazione

E ora è una corsa contro il tempo. Scatta il dietrofront sulla vicenda dei due inglesi, Brett e Naghemeh Ashya, genitori del piccolo Ashya King, il bimbo di 5 anni malato di tumore al cervello, arrestati con l’accusa di sequestro di minore a Madrid dopo aver sottratto il piccolo dal Southampon General Hospital britannico dov’era ricoverato per portarlo, in una fuga internazionale, fino in Cecoslovacchia, in un ultimo disperato tentativo per sottoporlo a una terapia innovativa e cercare così di salvarlo dato che i medici inglesi lo avevano dato per spacciato.
Le autorità spagnole e e quelle inglesi stanno cercando di trovare un modo onorevole e, al contempo, ragionevole dal punto di vista burocratico-giudiziario per rilasciare i genitori e consentire loro di tornare a riabbracciare il bimbo ricoverato, nel frattempo, nel reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale infantile di Malaga, sotto custodia giudiziaria.
Il Crown Prosecution Service, la Procura inglese, sta cercando di ritirare il mandato di cattura internazionale emesso contro i genitori di Ashya King e questo potrebbe portare in tempi rapidi alla scarcerazione dei due in custodia a Madrid.
Il comandante della Hampshire Police, Andy Marsh, che aveva lanciato la “caccia” internazionale a Brett e Naghemeh King, ha detto che Ashya «ha bisogno di assistenza medica e dei genitori al suo fianco», sottolineando che la situazione attuale non è giusta. Intanto, secondo la Bbc, anche le autorità spagnole stanno valutando il rilascio dei due genitori per permettere loro di raggiungere il figlio in ospedale a Malaga.
A pesare sulla decisione delle magistrature dei due stati, non solo il rilievo internazionale che ha avuto la vicenda con riflessi importanti anche sui social network dove numerose persone si sono apertamente schierate a favore dei due genitori ma, soprattutto, l’endorsment del premier britannico David Cameron che, a sorpresa, ha sposato la causa di Brett e Naghemeh King e del piccolo Ashya: «Come tutti in questo Paese, voglio vedere questo povero bambino tornare con i suoi genitori», ha detto Cameron lanciando un appello affinché «prevalga il buon senso».
«Le sue fotografie – ha aggiunto il premier commuovendo l’Inghilterra – mi fanno ricordare il mio giovane ragazzo gravemente malato, Ivan», ricordando, così, la gravissima tragedia personale vissuta personalmente nella perdita del figlio di 6 anni affetto da paralisi celebrale.
«Ashya King deve essere riunito ai suoi genitori», gli ha fatto eco il vice premier britannico, Nick Clegg, intervenendo così, anche lui, con forza sul caso del bimbo malato di tumore al cervello.
«Ho un figlio di cinque anni – ha aggiunto Clegg – e l’idea di lasciarlo in un ospedale senza nessun contatto coi suoi genitori e fratelli mi riempie, come immagino per tutti i genitori, di orrore. Vorrei vedere la famiglia riunita e dopo con tranquillità potrà essere presa una decisione sul da farsi».
Ashya, infatti, non vede i suoi genitori da quando sono stati arrestati sabato scorso e viene vietato anche l’accesso all’ospedale ai fratelli del bambino. Il più grande dei quali, Dani, 22 anni, ieri e oggi ha fatto visita ad Ashya: «I miei genitori non sono sequestratori, vogliono solo il meglio per nostro fratello Ashya, con un trattamento alternativo a quello che stava ricevendo a Londra», ha ribadito Dani King. Il giovane ha confermato che il padre e la madre avevano portato la famiglia in Spagna per vendere una proprietà a Marbella e pagare, con il ricavato, cure alternative alla radioterapia e alla chemioterapia per il piccolo Ashya, nella Repubblica Ceca.
Fonti dell’ospedale di Malaga, dove da sabato il bambino è ricoverato, confermano di aver inviato oggi un’informativa sulle condizioni del bimbo al magistrato dell’Audiencia Nacional che giovedì dovrà decidere sull’estradizione o sull’eventuale liberazione dei coniugi King.
«Sono genitori di altri sei figli e li amano profondamente», ha detto il loro avvocato difensore, Fernandez Diaz aggiungendo che i suoi clienti «sono esasperati dalla situazione» e stanno valutando di querelare per ingiurie e calunnie l’ospedale di Southampton.

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