Storace: «Draghi e Renzi stanno preparando il trappolone fiscale per l’autunno. Ecco come…»

20 Ago 2014 18:06 - di Antonio Pannullo

«C’è, eccome se c’è, la trattativa sui conti con l’Europa. Un autorevole parlamentare europeo mi dice che a Bruxelles ormai lo dicono tutti che Renzi “vuole pagare il debito vecchio col debito nuovo”…». Il leader di La Destra Francesco Storace sul sito del partito racconta della sua chiacchieratacon “l’autorevole” parlamentare europeo.E intitola significativamente il suo racconto “Il trappolone”… «Invito il mio interlocutore a fermarsi e spiegare. Semplice – mi dice – quando Draghi parla di cessione di sovranità si riferisce anzitutto alle mani dell’Europa sul nostro patrimonio. Siamo incapaci di venderlo e ci penseranno loro, ma dietro trasferimento dei nostri beni a loro. Fisco incluso. Allentano il nostro debito vecchio e ci rendono schiavi dettandoci le cose da fare a casa nostra». «Il meccanismo che ci stritolerà, dice Storace – si chiama Erf (fondo europeo di “redenzione”): quello che vogliono da noi in Europa – e le nostre fonti comunitarie sono molto precise sul tema dei colloqui “segreti” – lo ha spiegato benissimo Draghi a Renzi. Il quale nega ma deve essere d’accordo: si prepara a svendere il patrimonio nazionale». Quindi, dice Storace, «a fine mese, al massimo quello dopo, i governi degli Stati europei saranno chiamati alla decisione politica sull’Erf. E Draghi avrebbe convinto Renzi: “Non ti muovere dal 3 per cento, cedi al fondo i beni di proprietà dello Stato e il tuo debito sarà più leggero”. Mattoni, spiagge, cultura e persino tasse. Draghi vuole essere certo dei tempi dell’operazione e ha chiesto al presidente del Consiglio come potrà passare il trattato prossimo venturo sull’Erf in Parlamento, a partire dal Senato. In alternativa, c’è la strada elettorale anticipata: i poteri forti comunitari scommettono sulla vittoria di Renzi alle politiche, con un Parlamento reso più docile dall’Italicum per via della maggioranza che potrebbe avere il premier. E Draghi ha bisogno di una maggioranza silente disposta ad autorizzare senza condizioni la ratifica di un trattato peggiore del fiscal compact» E prosegue: «Con Erf, ha spiegato il presidente Bce al premier italiano, tutti gli Stati aderenti conferiranno al Fondo le eccedenze delle porzioni di debito superiori al 60% del Pil e noi voliamo oltre il 130%, e lo stesso Fondo, per finanziarsi e tramutare i titoli nazionali con quelli con garanzia comune, emetterà sul mercato dei capitali una sorta di super eurobond al cubo e avvalendosi della tripla A, concessa dalle Agenzie di rating alle emissioni della Ue, godrà di tassi bassissimi. In cambio verrà preteso a garanzia l’asservimento degli asset patrimoniali nazionali, riserve valutarie e auree e parte del gettito fiscale (es. Iva). In questo modo si firmeranno cambiali in bianco e la riduzione del debito avverrà automaticamente con la vendita dei beni patrimoniali seguendo la logica del curatore fallimentare più orientata a soddisfare i diritti del creditore che del debitore. Praticamente una specie di euro-Equitalia. Renzi ha detto sì. Pagheremo noi. E i nostri figli».

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