Israele e Hamas non trovano l’accordo su Gaza: difficile il prolungamento della tregua umanitaria
Niente da fare. Nonostante le pressioni internazionali e gli oltre 1800 morti, non c’è accordo tra Israele e Hamas per il prolungamento della tregua umanitaria di 72 ore in corso da martedì mattina nella Striscia di Gaza. Israele aveva dichiarato mercoledì sera di accettare un prolungamento senza condizioni della pausa dei combattimenti, ma Hamas ha replicato che nessun accordo in proposito è stato concluso tra i negoziatori israeliani e palestinesi al Cairo. «Israele non vede alcun problema al prolungamento del cessate il fuoco senza condizioni» ha detto un responsabile sotto copertura dell’anonimato, manifestando apparentemente la volontà israeliana di dettare le condizioni del negoziato. Interrogato sulla durata di questo allungamento, il responsabile ha precisato che poteva essere illimitato. «Non c’è accordo per prolungare il cessate il fuoco», ha ribattuto netto più tardi Moussa Abou Marzuk, numero 2 di Hamas, che partecipa ai negoziati indiretti con Israele al Cairo. Israele e l’organizzazione islamista che controlla Gaza stanno osservando da martedì scorso alle 8 un cessate il fuoco che durerà fino a venerdì alle 8 (le 5 GMT) nei territori devastati dagli scontri. Israele e Hamas hanno inviato al Cairo proprie delegazioni che attraverso colloqui indiretti, con la mediazione egiziana, dovrebbero accordarsi su una tregua di più lunga durata. Mentre i negoziatori sono all’opera nella capitale egiziana e la Striscia di Gaza ha ritrovato un aspetto di relativa normalità, il governo di Israele si è vigorosamente difeso contro le critiche per l’ampiezza dei mezzi militari impiegati nella guerra e per le perdite umane provocate. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riaffermato in conferenza stampa che l’operazione “Margine protettivo” era «giustificata e proporzionale» alla minaccia, anche se non ha mitigato né nascosto il «profondo dispiacere» provato davanti alle perdite civili».