Il comune di Amatrice contro Zingaretti: l’ospedale non si tocca. Parte il referendum “separatista”
Dopo mesi di polemiche la parola ora passa ai cittadini. La scelta dissennata di Zingaretti di voler declassare l’ospedale “Grifoni” di Amatrice a Casa della salute ha prodotto i suoi effetti deleteri: il Comune è pronto a dire addio alla Regione Lazio pur di non perdere il suo ospedale. Saranno ora i cittadini a decidere. «Volete che il territorio del Comune di Amatrice sia separato dalla Regione Lazio?». È il quesito a cui dovranno rispondere gli amatriciani nel referendum deliberato mercoledì sera dal Consiglio comunale. Nel corso della riunione consiliare la maggioranza ha espresso parere favorevole a dare il via libera all’iter per il distacco da una Regione e l’annessione a un’altra, probabilmente l’Abruzzo o le Marche. «L’amministrazione comunale – ha affermato una nota del municipio di Amatrice – é costretta a questa scelta dalla stessa Regione Lazio, sorda e cieca sul gravissimo disagio economico e sociale in cui si trova da troppi anni il nostro territorio, area interna, dove sono inesistenti le politiche regionali di sostegno e dove, ora, si vuole negare anche il diritto alla salute. È la Regione Lazio che non ci vuole più. Il nostro è un grido di dolore. Abbiamo tollerato – prosegue la nota dell’amministrazione guidata da Sergio Pirozzi – lo scippo delle risorse finanziarie destinate al miglioramento della strada statale Salaria e dirottate su Roma, abbiamo tollerato i tagli sul trasporto pubblico locale, dissetiamo la Capitale che sfrutta a piene mani le nostre risorse idriche, ogni anno siamo costretti a dare battaglia sui tentativi di chiusura dei nostri plessi scolastici, e tolleriamo pure una addizionale Irpef da maglia nera, la più alta d’Italia, e che serve a ripianare i debiti abnormi della sanità romana. È arrivato il momento che ci facciano capire cosa si vuole fare dei territori marginali. Se non ci vogliono noi ce ne andiamo. Ora basta: diciamo forte e chiaro alla Regione Lazio che non siamo disposti a tollerare oltre – afferma ancora la nota – il Presidio ospedaliero Grifoni è l’unico veramente montano nell’intero territorio regionale, e ha pieno titolo e diritto, così come quello di Acquapendente, nostra sorella di sventura, di vedere riconosciuto lo status di “presidio di area disagiata” che la Regione Lazio ha ritenuto, invece, dover concedere ai presidi ospedalieri di Monterotondo, Subiaco e Bracciano». Critico con la giunta il capogruppo di azzurro Luca Gramazio: «La scelta folle di Zingaretti di declassare il Grifoni di Amatrice ha prodotto un solo risultato: il referendum della stessa città per staccarsi dal Lazio. Zingaretti, i fatti stanno a zero. Se un Comune del Lazio è pronto alla secessione vuol dire che si è passato il segno. La mancanza di programmazione nella sanità produce questi effetti. È vergognoso che questa amministrazione continui ad andare avanti con spot e iniziative estemporanee quando, sulla salute, serve un confronto ampio e soprattutto iniziative coordinate che invece mancano completamente da quindici mesi. Ovviamente a scapito dei cittadini».