Finisce a pesci in faccia l’amore fra la sinistra e l’amico di Renzi, l’imprenditore Oscar Farinetti

30 Ago 2014 15:34 - di Redazione

Finisce malamente l’amore fra la sinistra e il suo modello imprenditoriale di riferimento, quell’Oscar Farinetti, inventore e proprietario di Eataly per il quale Matteo Renzi, suo amico e grande estimatore – ma la passione è reciproca – aveva previsto nientedimeno che la poltrona di ministro del Lavoro. Finisce a pesci in faccia, come si conviene nelle migliori famiglie dell’enogastronomia radical chic. A dar voce ai dissapori, i giovani lavoratori assunti con contratti a termine mediante l’utilizzo di un’agenzia interinale, ai quali l’azienda ha comunicato che non saranno rinnovati.
Apriti cielo. Improvvisamente i ragazzi, messi bruscamente alla porta, si sono accorti di che pasta è fatta l’imprenditoria au caviar.
«Se Farinetti rappresenta il nuovo modello dell’imprenditoria italiana stiamo freschi – hanno detto tre dei giovani non “rinnovati” durante il presidio davanti all’Eataly di Firenze – la dismissione del 50 per cento dei posti di lavoro creati alla fine dello scorso anno da Farinetti testimonia che lo sbarco a Firenze con 120 addetti era solo uno spot».
Secondo Giuseppe Cazzato, dei Cobas (la sigla che supporta lo sciopero), al momento nello shop Eataly di Firenze le persone assunte direttamente dall’azienda e non in via interinale sono «meno del 10 per cento» e, all’interno del negozio «manca la rappresentanza sindacale e la direzione, sistematicamente, non ascolta le richieste dei lavoratori».
Di fatto è stato proclamato uno sciopero allo store Eataly di Firenze: la protesta, accompagnato da un presidio di fronte al negozio. L’iniziativa, in corso anche domani, spiegano gli organizzatori, è la prima del genere in Italia. E forse non sarà l’ultima. Non solo bandiere e striscioni contro il precariato al presidio ma anche la distribuzione di un curioso volantino rivolto soprattutto ai clienti.
Oltre alla spiegazione dei motivi della protesta, il volantino è corredato da un tagliando da staccare e consegnare alle casse sul quale c’è scritto: «Solidale con i lavoratori dello store Eataly di Firenze, da domani non comprerò più nei vostri negozi. Un cliente non indifferente».
Nel documento i lavoratori spiegano anche di riconoscere la «franchezza» di Eataly nel suo slogan di punta: Eataly è l’Italia. «Contratti precari, licenziamenti, sfruttamento – ironizzano i manifestanti – In pratica, una fotografia del nostro Paese».
Certo la vicenda rappresenta un’ulteriore tegola per Renzi che lo scorso 17 dicembre – non ancora premier, ma allora sindaco del capoluogo toscano – inaugurò in pompa magna, il punto Eataly assieme allo stesso patron della catena, Oscar Farinetti con il quale c’era molto feeling. Forse, oggi, l’amico gli ha mandato il gelato di traverso.

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